Cervadoro lascia Ostetricia e Ginecologia all’Asp di Vibo Valentia
Oscar Cervadoro, direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, dopo cinque anni di intenso e qualificato impegno, lascia l’incarico per scadenza di contratto e torna al presidio ospedaliero di Lamezia Terme da dove era giunto e non manca, sia pure con garbo, di commentare quelle che sono apparse, a suo avviso, alcune criticità di fondo della gestione di reparto degli ultimi anni, sulle quali è intervenuto avviando un progressivo ma netto miglioramento di servizio.
Alla guida, dal 1 settembre del 2008, di un settore di estrema delicatezza ha riversato tutta la sua collaudata esperienza e notevole professionalità, oltre che una notevole carica umana, ponendosi sin dalle prima battute in direzione della realizzazione di un progetto che ha maturato i suoi frutti, elevando, presto, il tasso di utilizzo, accrescendo la visibilità e il servizio del reparto, aumentando, sia pure gradualmente, il clima di accoglienza e di attività che hanno finito per trovare largo consenso nelle pazienti assistite.
Messa in considerevole sintonia la precaria macchina operativa e favorendo la più opportuna e giusta intesa tra medici, personale infermieristico, tecnico ed ausiliario, il dott. Cervadoro ha puntato verso un obiettivo di tutto rispetto: permettere alle pazienti di godere di una adeguata accoglienza, assistenza e umanità, dando una forte spallata al verificato e insufficiente andamento di un servizio che ha lasciato spesso a desiderare soprattutto per l’assenza di una qualsiasi innovazione tecnologica e strutturale, oltre che di un costruttivo confronto operativo.
Per Cervadoro è grave il fatto che si continui a svolgere l’attività con un solo apparecchio ecografico che seppur di tecnica avanzata incomincia a dimostrare gli effetti della sua usura nel tempo ed è ancor più grave l’inesistenza di un indispensabile sistema di aggiornamento delle attrezzature chirurgiche, in particolar modo quelle video laparoscopiche
Riferendosi all’avvio della sua gestione, Cervadoro ha evidenziato che
“superati i primi disagi e le difficoltà di natura ambientale sono venuti fuori i primi positivi risultati.
In meno di un anno i tagli cesarei sono stati ridotti dal 65% al 42%, fino al 37%
conseguito nel 2012.
Purtroppo – aggiunge - ho ereditato una unità operativa in forti difficoltà organizzative, con settecento parti e con oltre il 65% di tagli cesarei.
In breve tempo, comunque, riorganizzando il servizio e contando sulla massima disponibilità di tutti gli addetti siamo riusciti a far salire a oltre mille i parti, pur se penalizzati dalla mancanza di un’assistenza neonatale sub intensiva che ci avrebbe permesso di far nascere sul posto i bambini delle donne gravide tra le 33 e le 35 settimane, nonostante gli sforzi e la competenza dei medici pediatri.”
Oscar Cervadoro, poi, punta la sua attenzione sull’iniziativa assunta nelle immediatezze del suo insediamento e che ha condotto alla ricostituzione di una notevole attività chirurgica, quasi inesistente, elevando ad oltre il 60% gli interventi eseguiti in video laparoscopia, che hanno interessato anche pazienti bisognose di interventi di chirurgia ginecologica ( affetti da patologie tumorali) e provenienti da altri distretti regionali.
Secondo Oscar Cervadoro “non è possibile pensare ad una unità operativa che si sostiene adeguata alle esigenze dei pazienti quando in realtà si è in presenza di una sala parto ed una operatoria che continua a fare a cazzotti con la reale esigenza dell’ammalata, mentre è ancor oggi impedito di attuare l’attività legata alla tecnica del parto analgesico che se attuato avrebbe permesso la riduzione ai tagli cesarei, contribuendo a porre all’avanguardia del panorama dei punti nascita calabresi anche l’ospedale vibonese.
Non nascondo – conclude l’ex primario di ostetricia e ginecologia dell’Asp di Vibo Valentia - la mia amarezza anche per quel che riguarda gli effetti penalizzanti che hanno scatenato la esigua presenza di personale ostetrico abilitato ai turni h 24 in sala parto e la carenza cronica di medici anestesisti che si è inevitabilmente ripercossa sulla notevole attività di reparto.”
Oscar Cervadoro, infine, ringrazia tutto il personale ai vari livelli dell’unità operativa, medici, caposala, ostetriche, infermieri, tecnici,ausiliari, ma soprattutto i pazienti che hanno avuto fiducia ricordando loro che non è mai venuta meno la passione e l’animo, oltre che la competenza e professionalità, per garantire loro la migliore assistenza e cura.
Mi congedo da una unità operativa fatta di eccellenti collaboratori e lascio una unità operativa con un consuntivo, a mio avviso, più che soddisfacente, con positivi risultati determinati dal capace concorso di tutti gli addetti che hanno espresso al massimo ogni capacità professionale e umana.
Tutto questo vuol dire che sono stati realizzati importanti obiettivi che hanno permesso all’unità operativa di sviluppare, anche in termini di qualità, l’attività del servizio di ostetricia e ginecologia.”