Castrovillari, al castello Aragonese si ricorda padre Ricardo Gil Barcelòn

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Padre Ricardo Gil Barcelòn, Martire della fede e Testimone dell’amore verso Cristo e di Cristo verso ciascuno, verrà ricordato a Castrovillari sabato 5 ottobre prossimo, nel Castello Aragonese, nei pressi della Parrocchia della SS. Trinità, a partire dalle ore 16, grazie ad un’iniziativa, patrocinata dal Comune, della Provincia Religiosa “Madre della divina Provvidenza” dell’Opera Don Orione, curatrice di quello “sguardo umano” che l’amore di Dio ed il Carisma della Chiesa ha su ciascuna persona. Il momento verrà concluso dal Vescovo della Diocesi di Cassano, monsignor Nunzio Galantino, mentre il saluto a quanti interverrano sarà portato dal Sindaco, Domenico Lo Polito, dal Vicario Generale Don Morabito della Piccola Opera della Divina Provvidenza Don Orione, di cui faceva parte Ricardo Gil, e dal direttore della Casa Circondariale di Castrovillari, dottore Rizzo.

Sul religioso, nato a Teruel in provincia di Valencia in Spagna il 27 ottobre 1873 e nel 1910 inviato pure a Cassano Jonio dove vi rimase fino al 1923 per poi ritornarvi al Santuario nel 1928 vivendo tra l’altro un’esperienza di detenzione per essere accusato ingiustamente di un delitto da cui fu scagionato completamente nel 1930, daranno il proprio contributo la dottoressa Luccisano, il dottore Gianluigi Trombetti che parlerà della vita e del tempo di detenzione del Martire spagnolo.

L’incontro sarà scandito da intermezzi musicali a cura del Coro polifonico Nova Vox Aurea e non solo, oltre che da un video intitolato “ dal santuario della Madonna della Catena di Cassano allo Jonio al carcere di Castrovillari e al Martirio in El Saler – Valenicia” e da passi curati dal dottore Fiore presi dagli scritti di Padre Ricardo Gil.

“Un appuntamento – ha dichiarato in una nota resa alla stampa il Sindaco, Domenico Lo Polito- che oltre a fare memoria “viva” di un testimone della Fede, rilancia contestualmente il delicato, quanto sentito problema della giustizia giusta e solidale, capace di risposte adeguate ai problemi che le vengono posti per poter guardare oltre, a tutela del diritto di uomini e donne, della loro dignità, di chi è più debole, emarginato, indifeso ed a rischio di soprusi che poi si rivelano devastanti a causa dei cosiddetti errori giudiziari.

Responsabilità legata a molti fattori e, per la maggior parte delle volte, non tutti interni all’organizzazione giudiziaria, ma alla responsabilità della collettività, succube di una mentalità individualistica sempre più diffusa, motivo di una progressiva esclusione della normale coscienza civile. Un fatto- conclude il primo cittadino - nel quale non trova spazio la preoccupazione di rendere la vita dei più deboli carica di una speranza che, invece, oggi la Chiesa, con questi momenti, e le Istituzioni, con il perseguimento delle buone pratiche, rilanciano.”