Duplice omicidio a Reggio, fermato il presunto assassino

Reggio Calabria Cronaca

La Squadra Mobile di Reggio Calabria ha fermato il presunto autore del duplice omicidio scoperto ieri, quando in mattinata sono stati ritrovati i corpi di un uomo e una donna, entrambi romeni, nel bagagliaio di una auto sul pontile in località San Gregorio.

Indagine lampo, dunque, per gli investigatori diretti dal primo dirigente Gennaro Semeraro, che nella tarda serata di ieri hanno fermato un italiano. Il procuratore capo Federico Cafiero De Raho si è recato ieri in Questura per interrogare il fermato. I dettagli dell'indagine saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà in Questura alle 10.30. (AGI)

h 12:53 | Si chiama Gianrocco Foti, è un 38enne reggino, impiegato e coniugato, l'uomo fermato la scorsa notte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria per il duplice omicidio di una coppia di rumeni. L'uomo ha ammesso le sue responsabilità, dichiarando di avere ucciso i due per difendersi.

Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile, diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, si sono subito indirizzate verso gli ambienti della prostituzione straniera. Una volta identificati i due cadaveri - Ioan Lacatus di 28 anni, proprietario dell'automobile, e Ionela Hoholea, di 35 anni - gli investigatori hanno sentito i loro parenti, così nel corso delle indagini è stata individuata la figura di Foti, il quale avrebbe avuto contatti con una giovane donna rumena, persona diversa dalla vittima, la quale era stata legata sentimentalmente a Lacatus. Una perquisizione domiciliare in casa di Foti ha permesso di rinvenire una pistola Beretta legalmente detenuta, munita di caricato dal quale mancavano cinque cartucce.

Negli uffici della Questura Foti ha confessato di essere l'autore del duplice omicidio. Foti ha raccontato di una relazione sentimentale con una prostituta rumena la quale, con vari stratagemmi, si era fatta consegnare, a più riprese, una somma di denaro superiore a 25 mila euro, troncando poi improvvisamente il rapporto. Ancora, secondo il racconto di Foti, questi avrebbe tentato di recuperare il denaro chiedendolo a Lacatus, col quale si era incontrato diverse volte.

La sera del primo ottobre scorso, quando Lacatus, in compagnia di Hoholea, ha visto Foti in centro, e i tre si sono allontanati a bordo dell'auto di Lacatus, l'Alfa Romeo 156 in cui sono stati trovati i corpi. Con il pretesto di prendere il denaro da un'abitazione in località San Gregorio, secondo il racconto di Foti, i due rumeni avrebbero condotto l'italiano sull'arenile di San Gregorio, in un luogo adiacente al pontile su cui è stata rinvenuta l'auto con i corpi. Foti ha riferito di avere sparato per difendersi da un'azione violenta che i due, a bordo dell'autovettura, insieme ad altri 3 connazionali che lo avrebbero accerchiato dall'esterno, stavano per compiere contro di lui.

Subito dopo si sarebbe allontanato dal luogo del delitto. Su indicazione di Foti sono stati rinvenuti, in un cassonetto della spazzatura, gli indumenti che indossava, macchiati di sangue, unitamente a un bossolo. Nella notte il Gabinetto regionale di Polizia Scientifica diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta, ha effettuato in tempi record un accurato esame di comparazione dei bossoli, che ha confermato che a sparare contro i due rumeni (l'uomo raggiunto da tre fori d'entrata e la donna da uno) era stata proprio l'arma sequestrata a Gianrocco Foti.

Adesso restano al vaglio degli investigatori tutti gli altri dettagli della vicenda, soprattutto la veridicità del racconto di Foti circa la presenza di altre tre persone, e le fasi successive al duplice omicidio, quando qualcuno ha caricato nel bagagliaio i corpi e ha tentato di gettare in mare l'auto. (AGI)