Presentato il progetto “Vita Morano” sull’uso dei defibrillatori
Presentato sabato scorso presso l’auditorium comunale il progetto “Vita Morano”. Sono stati illustrati dai relatori interventi, ognuno per le proprie specifiche competenze, gli aspetti e le problematiche riguardanti l’utilizzo del defibrillatore. Hanno portato il loro contributo ai lavori il sindaco, Francesco Di Leone, l’assessore alla Sanità, Maurizio Iazzolino e l’infermiere Girolamo Angelini, ideatori della lodevole iniziativa, il cardiologo Giovanni San Pasquale, la dottoressa Emilia Felicetti del 118 di Cosenza, il medico legale Pino Maurelli, il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio.
Sono stati chiariti dubbi e perplessità legate all’uso del prezioso strumento, soprattutto per quanto concerne le responsabilità di chi, pur non essendo qualificato si trovasse nelle condizioni di poter intervenire su persona colpita da arresto cardiaco e dunque destinata a morte certa in assenza di aiuto. Occorre – è stato ampiamente spiegato – attivare immediatamente i soccorsi contattando il 118 e, mantenendo la calma, rispondere alle domande dell’operatore a cui necessitano alcune informazioni per localizzare il paziente. Quindi procedere con l’applicazione delle placche al torace. Sarà la macchina a riconoscere il tipo di aritmia e, se trattabile con la scarica, a suggerire lo shock.
Pertanto le responsabilità penali di chi interviene, sono praticamente inesistenti, dal momento che è la macchina a eseguire la diagnosi e a ordinare il da farsi. Un mancato intervento, salvo se impedito da gravi condizioni emotive che lo impediscono, non sarebbe giustificabile e trasformandosi addirittura in omissione. E’ evidente allora, come hanno chiosato sia Angelini sia Iazzolino, che la sfida si gioca sulla formazione del personale “laico”, ossia di chi pur non essendo né medico né infermiere deve poter operare. Insomma più persone sono capaci di utilizzare lo strumento e praticare un massaggio cardiaco, più possibilità vi sono di tenere un uomo in vita sino all’arrivo del personale sanitario.
A questi, come ribadito dal dott. San Pasquale, il compito di stabilizzare il paziente e implementare il trattamento dell’evento patologico, che se approcciato adeguatamente nella fase critica (i primi minuti dopo l’evento) può risolversi restituendo al paziente il ritorno alla normalità
Una scommessa vinta per l’esecutivo locale, che ha creduto nel progetto e lo ha sostenuto sin dal suo nascere. Manche un segno di straordinaria sensibilità, come evidenziato dal sindaco Di Leone, da parte di tutta la cittadinanza e dalle aggregazioni associative e partitiche che hanno contribuito all’acquisto dei defibrillatori.
Palese la soddisfazione mostrata dal presidente Oliverio, il quale ha posto l’accento sull’eccezionale valenza del progetto moranese e su come già da qualche anno l’Ente da lui guidato si sia mosso in tal senso, consegnando un defibrillatore ad ogni Comune della Provincia.
Alla fine della manifestazione sono state raccolte le iscrizioni al prossimo corso di BLS.