Truffa a Comune Catanzaro, 11 condanne annullate per prescrizione
Si è concluso con undici condanne cancellate per effetto della prescrizione, due pene ridotte per il medesimo motivo, e otto condanne confermate il giudizio di secondo grado per ventuno persone imputate per falso e truffa aggravata - per via di sanatorie edilizie fittizie -, ai danni del Comune di Catanzaro, raggirato per centinaia di migliaia di euro.
La Corte d'appello del capoluogo calabrese (presidente Giancarlo Bianchi, consiglieri Maria Teresa Carè e Gianfranco Grillone) ha dichiarato il non doversi procedere per prescrizione di tutte le accuse nei confronti di Stefania Barberio (prima condannata a 11 mesi di reclusione), Francesco Minicelli (11 mesi), Vanessa Aprile (1 anno e 1 mese), Giuseppe Ciambrone (11 mesi), Carlo Putrone (1 anno e 1 mese), Annamaria Puccio (1 anno e 1 mese), Massimo Froio (1 anno e 1 mese), Michele Critelli (10 mesi), Pamela Critelli (10 mesi), Antonio Gualtieri (10 mesi), Elena Leone (1 anno e 3 mesi). Prescrizione parziale delle accuse contestate per Antonella Concolino e Pietro Cirene, entrambi già condannati alla pena di 1 anno e 1 mese oggi rideterminata in 10 mesi di reclusione.
Condanne confermate, infine, per: Ramona Cosentino a 10 mesi di reclusione, Angelo Cosentino a 10 mesi, Saveria Scalzo a 10 mesi, Paolo Carlis a 10 mesi, Angelo Cacia a 10 mesi, Patrizia Cirene a 10 mesi, Sergio Barberio a 10 mesi, Maurizio Barberio a 10 mesi. Per tutti la sentenza di primo grado arrivo' il 26 aprile 2012, quando il tribunale monocratico condanno' 22 persone - un'altra imputata non ha fatto appello - prosciogliendone una per cui la prescrizione aveva già prodotto i suoi effetti. Tutti erano stati rinviati a giudizio il 17 dicembre del 2009 dal giudice dell'udienza preliminare Antonio Saraco, davanti al quale era presente anche il Comune di Catanzaro, costituitosi parte civile con gli avvocati Nicola Cantafora e Massimo Scuteri.
Gli imputati, secondo l'impianto accusatorio formulato dall'allora sostituto procuratore Andreana Ambrosino, titolare delle indagini dei militari della sezione di Polizia giudiziaria della Guardia di Finanza partite nel 2006 in seguito ad alcune denunce, si sarebbero resi responsabili dei reati di falso materiale, falso ideologico e truffa aggravata poiché, al fine di ottenere sanatorie edilizie, avrebbero presentato agli uffici comunali dell'Urbanistica documenti corredati di false ricevute di conti correnti postali destinati al pagamento di oneri concessori od oblazioni per il rilascio di titoli abitativi in sanatoria, inducendo così in errore i funzionari del Comune i quali rilasciavano la certificazione senza che, in realtà, fosse stato pagato quanto dovuto.
I fatti contestati sarebbero stati commessi fra il 2004 e il 2007, e l'Amministrazione sarebbe stata raggirata per cifre che andavano dai 610 ai 26.906 euro. Somme di una certa importanza, che normalmente non si tengono in casa, ma rispetto alle quali, evidenziò la pubblica accusa, gli indagati non hanno dato prova del pagamento attraverso bancomat o carte di credito, o assegni, e neppure di prelevamento in banca ove mai fossero state pagate in contanti. Infine, sostenne l'accusa, gli uffici postali cui fanno riferimento i bollettini sono troppi e sparsi sul territorio per poter affermare che le somme potessero essere state pagate regolarmente dagli indagati ma intascate da dipendenti infedeli. (AGI)