Sciolto per presunte infiltrazioni mafiose il Comune di Cirò. Il sindaco ricorre al Tar
Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il Consiglio comunale di Cirò avendo ravvisato l'esistenza di condizionamenti mafiosi nell'ente.
E' quanto è stato deciso nella seduta del 15 ottobre. Il Consiglio comunale di Cirò era stato eletto nel maggio 2012. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco della cittadina in provincia di Crotone, Mario Caruso che difende l'operato della sua amministrazione e preannuncia il ricorso al Tar.
"Lasciamo una contabilità trasparente - scrive caruso - sana e solida. la legalità è sempre stato il faro dell'azione amministrativa dal 2007 ad oggi senza alcun condizionamento. Abbiamo ottenuto risultati straordinari e la trasformazione di Cirò sarà completata nei prossimi mesi con gli ultimi importanti interventi, a partire da quelli previsti per i Pisl. I cittadini saranno i veri giudici del nostro governo. La comunità di Cirò non merita di subire processi mediatici. Abbiamo l'amarezza nel cuore, ci sentiamo delusi ma non ci arrenderemo: se c'è stata carenza di ponderatezza nelle valutazioni degli atti faremo ricorso al TAR ed eventualmente al Consiglio di Stato. Abbiamo servito la città con dignità, onesta, orgoglio e lontani da quella politica del verminaio che ha forse portato alla situazione attuale".