Comune Cosenza: Occhiuto relaziona su stato attuazione programma

Cosenza Politica

In Consiglio comunale questo pomeriggio a Cosenza lo stato di attuazione delle linee programmatiche dell’Amministrazione. Il sindaco Mario Occhiuto ha appena concluso la sua introduzione ed è ora passato ad illustrare i diversi progetti attraverso alcune slides. Questo quanto il primo cittadino ha fin qui esposto all’assemblea consiliare:

"Alla scadenza esatta dei primi due anni di amministrazione da quando ho avuto l’onore e l’onere di diventare sindaco di questa città, si è chiusa la fase della progettazione relativa al programma politico della mia coalizione ed è iniziata la fase dell’attuazione.

Ciò che vorrei mettere subito in risalto, ancor prima di stilare l’elenco delle azioni e delle attività realizzate, è la rivoluzione culturale che si sta cercando di compiere in una città capoluogo di Provincia quale è Cosenza, ricca di storia e di tradizioni di spessore, ma che – questo è un dato oggettivo che occorre ricordare – nel 2011 abbiamo preso in mano in una situazione di generale assopimento. Accanto alle opere materiali, si può dire che abbiamo pertanto avviato una rivoluzione immateriale che, probabilmente, si potrà percepire appieno solo più in là nel tempo, perché è una rivoluzione invisibile e impalpabile in superficie. Una rivoluzione che riguarda un certo modo di pensare, la “costruzione” di una coscienza civica, nonché la denuncia costante di quei sistemi ben radicati nel tessuto urbano e sociale e che ne frenavano inesorabilmente lo sviluppo.

Testimonianza di ciò, sono i riflettori e il dibattito (ri)accesi nei confronti delle decisioni del Palazzo, nell’ottica di un dialogo critico e di confronto costante fra amministrati e amministratori. Ovviamente, talune scelte più impopolari catalizzano l’attenzione dei cittadini con un maggiore risalto mediatico a cui puntualmente non ci sottraiamo, fornendo risposte e documentazioni nel segno della massima trasparenza e rispettando, appunto, le varie forme che manifestano la tanto auspicata cittadinanza attiva.

Viviamo tempi di crisi, una crisi globale che esprime le sue principali conseguenze nell’ingessatura dei Comuni e nell’impossibilità finanziaria, da parte degli enti, di far fronte alle numerosissime richieste di sostegno economico che giornalmente pervengono non solo dalle classi evidentemente più svantaggiate ma ormai, purtroppo, anche dal ceto medio. Credo quindi di poter affermare senza presunzione, come dato di fatto, che un merito dell’esecutivo che mi vanto di guidare sia proprio questo: avere riaperto quelle finestre da troppo tempo chiuse, apportando nella città una nuova aria (e non solo metaforicamente) nonostante le difficoltà che stanno attanagliando l’intero Paese.

Avere compiuto, cioè, dei cambiamenti visibili e che già danno il senso di quella che sarà la città fra un paio di anni. Ecco, di tutto ciò io sono molto orgoglioso. Le trasformazioni compiute nell’arco di quest’ultimo biennio sono il frutto di un’intensa attività progettuale, della capacità di intercettare e di ben utilizzare le risorse finanziarie, dell’utilizzare al meglio le risorse umane a nostra disposizione e dell’avere una visione politico-amministrativa lungimirante.

Tornando alla rivoluzione culturale, il mio esecutivo non ha mancato, ad esempio, di denunciare pubblicamente, fra le altre cose, una certa maniera di gestire l’acqua pubblica e il sistema di smaltimento dei rifiuti, ponendo sempre in cima alle priorità il bene comune e quindi la qualità della vita dei cittadini.

Quelli con cui abbiamo dovuto perlopiù sfidarci, al di là dei tagli governativi agli Enti locali e della crisi economico-finanziaria, sono stati, fin qui, gli ostacoli di taluni conservatori abituati a mantenere uno stato di cose che favorisce il clientelismo a vantaggio di pochi.

Quando parliamo di SOSTENIBILITA’, lo facciamo rimandando infatti al nucleo costitutivo dell’indirizzo amministrativo, non pensando esclusivamente a un miglior uso dei consumi energetici, ma soprattutto a una filosofia esistenziale che tenga conto di ciò che lasceremo alle future generazioni anche in termini di orgoglio identitario.

Con questa spinta di fondo, abbiamo ridato impulso alla funzione di riferimento che deve appartenere alla città di Cosenza, capoluogo di una fra le province più vaste d’Italia. Non per niente, a proposito di Cosenza, si parla finalmente, di nuovo, del suo ritrovato ruolo “cosenzacentrico”, rispetto all’area urbana e rispetto all’intero territorio provinciale e addirittura regionale. Questo aspetto non è stato così scontato nell’ultimo decennio, in cui politiche precise hanno condotto a una sorta di depauperamento dell’autorità bruzia in ambito commerciale, culturale e attrattivo in generale.

Per giungere a questo risultato, ci siamo mossi in tutti gli ambiti, dai servizi ordinari a quelli straordinari."