Lettera aperta del Sul Reggio Calabria al prefetto Chiusolo
Di seguito il testo delal Lettera aperta del Sul al prefetto Gaetano Chiusolo.
"Egregio dottor Gaetano Chiusolo, Le diamo il benvenuto nella nostra città ed i sinceri auguri di buon lavoro. Ne trarrebbero beneficio Reggio Calabria ed i suoi cittadini.
Lei saprà che la decisione del commissariamento, per quanto dolorosa, era vista da una parte non irrilevante della città come un'occasione per ricostruire le condizioni minime di legalità. E che un'altra parte della città ha condotto polemiche vivacissime contro il commissariamento.
Ora occorre fare un bilancio, chiedendosi se sia servito o no lo strappo. C'è forte delusione in chi aveva sperato in un'inversione radicale di tendenza. Certo, una parte delle difficoltà stanno nella legge che prevede sanzioni certe verso gli organismi elettivi, ma non altrettanto verso le strutture burocratiche. E tuttavia la possibilità di dare segnali di svolta esisteva ed esiste ancora, nonostante una legge evidentemente carente.
Abbiamo atteso pazientemente questi segnali. Forse lo ha fatto anche chi si sentiva colpito nell'or- goglio cittadino dallo scioglimento del Consiglio Comunale. Ma i segnali sono arrivati solo in minima parte.
E noi, che siamo un Sindacato oramai ben radicato fra i dipendenti comunali, ci limitiamo a segnalarLe decisioni e/o atteggiamenti che abbiamo trovato poco condivisibili, proprio nei confronti del personale del Comune o delle Aziende partecipate:
riguardo al procedimento sulla PEO si aggiunge quello sulle problematiche degli addetti alla Polizia Municipale. La possibilità che ci sia un forte colpo agli stipendi dei dipendenti è altissima. Le procedure seguite fino ad oggi restano molto criticabili e per nulla eque: ci saremmo aspettati che i Commissari Straordinari, giustamente insediati a dare iniezioni di legalità e trasparenza, si adoperassero per definire le responsabilità effettive di eventuali erogazioni economiche ritenute non conformi alle norme. Invece ci si limita a colpire la stragrande maggioranza dei dipendenti comunali e per il resto tutto tace, tranne una spolverata su alcune responsabilità dirigenziali. Non siamo d'accordo con questo atteggiamento che non aiuta a fare chiarezza e si ritorce contro chi può solo sperare che ci sia una sentenza nel più breve tempo possibile per poter festeggiare la fine del pericolo della decurtazione dello stipendio o, nella malaugurata ipotesi di una sconfitta, per prepararsi a ricorsi legali per la tutela dei diritti;
la contrattazione decentrata integrativa assume qualche accenno di stranezza, e certo non cambia la solfa del passato. Ci chiediamo perchè, per due volte, si ponga alle R.S.U. la richiesta di sottoscrivere l'annullamento del contratto decentrato 2010 nel bel mezzo di una causa che riguarda essenzialmente proprio quel contratto; per quale motivo non si apre la contrattazione integrativa sul 2013; perchè si reitera il tentativo di portare in discussione solo le posizioni organizzative avulse da un ragionamento generale sulla contrattazione decentrata e con gli stessi metodi clientelari e moltiplicatori del passato; perchè non c'è un tavolo di confronto sul lavoro straordinario e sui progetti speciali cui sembrano abbonati i soliti noti, a prescindere da considerazioni professionali; perchè non si discute dell'assetto complessivo dei servizi e del personale; perchè nessun cenno viene per comprendere cosa si intenda fare degli LSU/LPU dopo oltre un quindicennio di “onorato servizio”;
le società partecipate sono, per le indagini e l'informazione giornalistica, un pezzo di collusione e malaffare e si trovano nella delicatissima fase che precede la chiusura ed i conseguenti licenziamenti. Si è sprecato il bonus di 6 mesi di continuità lavorativa, durante i quali si sarebbe dovuto cercare, e trovare, una soluzione. E ora che si fa? Qual'è la soluzione che si prospetta? Quella che sembra andare più di moda, sostenuta, pare, dalla Commissione ed anche da alcune organizzazioni sindacali, è la società in house. Non siamo d'accordo e lo diremo forte e dovunque. La società in house ripristina un sistema privatistico che ha già dato pessima prova di sé. Continuiamo a proporre ed a batterci perchè si istituiscano una o più Aziende Speciali, proprio per riportare sotto il controllo pubblico del Consiglio Comunale e sotto il controllo di merito della Corte dei Conti un sistema societario bollato come penalmente deviato. A nostro parere e proprio per il Vostro ruolo straordinario è esattamente la soluzione su cui dovreste lavorare. E poi: come si pongono le questioni che riguardano il personale di quelle aziende? Sono tutti riutilizzabili in una futura compagine societaria (comunque si definisca) o ci sono esuberi? Ed in questo caso qual'è il carico occupazionale previsto e come si determina? Esiste qualcuno che abbia una precedenza rispetto ad altri nel mantenimento del posto di lavoro? Sono tutte domande che, legittimamente, si stanno ponendo quei lavoratori ed alle quali deve rispondere un tavolo di contrattazione che discuta nel merito dei problemi che si hanno davanti;
abbiamo chiesto una verifica sulle opere pubbliche incompiute e ferme per carenza di finanziamento. Non sappiamo se la Commissione ha fatto una disamina di questa natura, ma ci sembra indispensabile. È noto che l'Amministrazione Comunale ha uffici dispersi in tutta la città e che ha spese per affitti che si potrebbero evitare se solo si completasse il Palazzo di Giustizia e si recuperassero i locali del CEDIR attualmente occupati dagli Uffici Giudiziari. Ma questo è solo il più macroscopico degli esempi che si possono fare giacchè è risaputo che le incompiute sono parte essenziale e caratterizzante di Reggio. E allora, cosa si fa, come si appalesano le responsabilità, come si prova a rompere patti sciagurati che tanto danno hanno fatto e continuano a fare a Reggio?
Come può notare, egregio Dottor Chiusolo, in questa nota ci siamo attenuti esclusivamente alle problematiche sindacali. Avremmo potuto citare l'impennata della tassazione comunale o il persistere di un dilemma non sciolto, ossia se questo Comune sia o meno al dissesto, ma abbiamo preferito porLe questioni contrattuali e di gestione del personale. Comprendiamo che come benvenuto sia un po' ruvido, ma questa città non può attendere e, soprattutto, non può essere appesa alle ripetute non decisioni.
La preghiamo di voler aprire una discussione vera con tutte le rappresentanze sindacali, noi compresi, e con la città e le sue rappresentanze. Non intendiamo chiederci se ci sarà o meno la proroga della Vostra gestione. Quale che sia il periodo di vigenza della Commissione, bisogna fare presto e bene. Non si possono sprecare le occasioni che si presentano per recuperare un tessuto civile e di piena trasparenza e legalità. Ne portiamo tutti la responsabilità, in primo luogo la Commissione Straordinaria. Per parte nostra siamo pronti a fare quanto in nostro potere e nelle nostre responsabilità per ricostruire la normalità democratica nella vita della città come nella contrattazione. Siamo disponibilissimi ad esser messi alla prova.