Protesta del Comitato pro Serre. Striscione da 15 metri sul ‘San Bruno’: no ai tagli

Vibo Valentia Cronaca

Il recente caso di malasanità che ha trovato come scenario indolente il presidio ospedaliero “San Bruno” (o meglio quello che ne rimane) è solo l’evento più noto fra tutti quelli che si sono registrati negli ultimi mesi nel territorio delle Serre vibonesi, dove un’utenza di quasi 38mila cittadini appartenenti a ben 19 comuni - che si estendono dalle frazioni montane di Nardodipace fino a Capistrano – dovrebbe ricevere risposta alle proprie istanze di salute da un nosocomio ormai ridotto al lumicino, con personale sottodimensionato, una struttura fatiscente, reparti totalmente chiusi, una sala operatorio attiva a singhiozzo, poche decine di posti letto ed una sola autoambulanza ormai obsoleta e quasi sempre in panne sulla strada.

Il caso di Silvana Ricca, casalinga 55enne residente a Serra San Bruno, morta in seguito - pare - ad un’emorragia gastrica non diagnosticata (anche se a riguardo l’autopsia dovrebbe, nei prossimi giorni, consegnare maggiori chiarimenti sulla causa del decesso) è quindi un fatto evidente di malasanità che nello specifico è imputabile, tra le altre cose, a due provvedimenti del tutto inadeguati e che rappresentano un ulteriore schiaffo al diritto alla vita di migliaia di cittadini del comprensorio delle Serre Calabre. Elementi che hanno determinato la tragedia sono stati sicuramente i tagli apportati in particolar modo alla disponibilità dei posti letto del presidio e all’impossibilità di avere più di un’autoambulanza funzionante per un ospedale che – come detto prima – conta una cospicua utenza.

Eloquente in particolar modo è proprio il problema dell’autoambulanza. Emerge infatti ormai quotidianamente una continua e costante indisponibilità dell’unico automezzo adibito al primo soccorso afferente al “San Bruno”, quasi sempre occupato in trasferimenti o viaggi verso altri presidi. Nella fattispecie del caso, la notte di domenica scorsa, l’autoambulanza del ‘San Bruno’ era impegnata nel trasporto verso l’ospedale di Crotone di un paziente con frattura di un arto ed era rimasta in panne nei pressi di Satriano per un guasto meccanico, tanto da risultare - per ben due volte - indisponibile al soccorso della giovane madre serrese, poi morta alle sei del mattino successivo e che in precedenza era stata trasportata in ospedale da un auto privata dei familiari.

Nel luglio scorso una delegazione del Comitato Civico pro Serre aveva chiesto un’incontro, poi effettuato, con il Commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, dott.ssa Maria Pompea Bernardi, proprio per richiedere l’arrivo di due autoambulanza per ognuno dei presidi vibonesi. L’iniziativa era stata accolta e poi lanciata in una pomposa conferenza stampa che aveva visto, tra gli altri, presente anche il Commissario ad acta della sanità regionale, Giuseppe Scopelliti. Ne era seguita anche la pubblicazione di un bando per il noleggio a lungo termine dei mezzi di soccorso da destinare quindi sia al presidio di Serra, che a quelli di Tropea e Vibo. Lo stesso bando risulta sospeso però dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici dal 19 luglio 2013 ed – a distanza di tre mesi – non si hanno più notizie in merito. Intanto la gente continua a morire.

Per protestare contro i disagi sanitari in cui riversa l’intero territorio delle Serre Calabre, per evidenziare le emergenze vissute quotidianamente nei nostri paesi, per tenere alta l’attenzione dei media, dei politici, dei commissari e di chiunque altro possa avere competenze in merito, abbiamo deciso oggi di porre in essere un’azione - seppur simbolica - di protesta, stendendo lungo la facciata del presidio ospedaliero locale uno striscione di circa 15 metri con la scritta “NO AI TAGLI ASSASSINI” per denunciare questo stato di degrado e soprattutto per mantenere vivo il ricordo di quanto subisce oggi un comprensorio depredato del diritto alle cure, alla salute ed alla vita.