Asse calabro-lombardo nel traffico di droga. Scatta l’operazione Lucilla, 5 arresti
Cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite stamani, domenica 10 novembre, nel corso dell’operazione Lucilla, condotta dai finanzieri del Gico di Catanzaro e di Milano, nei confronti di altrettanto ritenuti membri di un’organizzazione che avrebbe operato con dei sodalizi di ‘ndranghetistica specializzati nel traffico di sostanze stupefacenti tra la Lombardia e la Calabria, sodalizi definititi dagli inquirenti “ben più strutturati ed agguerriti”.
I provvedimenti, emessi dal gip del tribunale di Milano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, scaturiscono infatti dalle indagini condotte dal Goa di Catanzaro sotto la direzione della procura distrettuale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Cicala” che, nel febbraio scorso, ha portato all’arresto di 43 esponenti di una pericolosa holding di narcotrafficanti, di cui avrebbero fatto parte anche figure di primo piano della criminalità organizzata calabrese, sia autoctona che di quella trapiantata - oramai da diversi anni - nell’hinterland milanese.
Grazie alla conoscenza diretta di alcuni narco-trafficanti sudamericani e spagnoli e alle ingenti somme di denaro messe a disposizione dalle cosche calabresi, il sodalizio sarebbe stato in grado di procacciarsi ingenti quantitativi di cocaina e hashish destinati ad alimentare sia il mercato del nord Italia che le forniture dirette in Calabria, come testimonierebbero i rilevanti carichi di stupefacente sequestrati nel corso delle indagini (in totale oltre 41 kg di cocaina e 286 kg di hashish).
In quel contesto - spiegano gli inquirenti - le attività investigative evidenziavano come uno dei principali promotori del sodalizio, Pasquale Cicala (esponente di spicco nel nord Italia della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, come confermato anche dalla condanna in primo grado per associazione mafiosa scaturita a seguito della nota operazione “Crimine-Infinito”) avesse fra i suoi referenti nel territorio milanese il corregionale Giovanni Messina (55 ani), il quale a sua volta sarebbe stato in contatto con altri malavitosi di origine calabrese, tra cui Vincenzo Ferrinda (31 anni) e Giovanni Calabrese (56 anni). Nel gennaio del 2010, secondo la ricostruzione degli investigatori, Messina avrebbe avviato una trattativa per l’acquisto di una partita di cocaina fornita proprio da Giovanni Calabrese e destinata ad essere ceduta in parte a Ferrinda.
Le attività tecniche svolte dalle forze dell’ordine avrebbero così consentito di avere contezza della transazione in atto e, pertanto, è stato immediatamente predisposto un servizio di controllo sull’auto che utilizzava Ferrinda, permettendo così di arrivare al sequestro di 650 grammi di cocaina, di 16 mila euro in contanti e di un bilancino di precisione, nonché all’arresto in flagranza del 31enne.
L’episodio avrebbe fornito agli investigatori un “ulteriore significativo riscontro” su quanto già emerso nell’ambito dell’operazione “Cicala”, relativo all’esistenza di un vero e proprio asse calabro-lombardo nella gestione del traffico di stupefacenti, specialmente in seno al florido mercato milanese.