Presunta truffa alla Regione, quattro assoluzioni ed una condanna
Si è concluso con quattro assoluzioni totali e una condanna parziale il processo a carico di cinque persone - quattro commercialisti e un imprenditore - imputate a seguito di un'inchiesta su una presunta truffa alla Regione Calabria per il conseguimento di erogazioni pubbliche per la realizzazione di corsi professionali.
Il tribunale monocratico di Catanzaro, al termine del relativo processo, ha assolto completamente i professionisti Maurizio Scerra, Giovanni Gaetano e Antonella Di Silvestro, insieme all'imprenditore Marco Maretta (difesi dagli avvocati Giuseppe Fonte, Aldo Costa, Massimo Gimigliano, Danila Gulli', Maria Teresa Calastra). Il quarto commercialista, Enrico Dandolo (difeso da Enzo De Caro) è stato assolto da tutti i capi d'accusa a suo carico tranne uno riguardante presunte false fatturazioni, per il quale ha avuto una condanna a sei mesi di reclusione.
Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ed evasione fiscale le accuse complessivamente contestate nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, e coordinata dal sostituto procuratore Alessia Miele, con cui gli inquirenti ritennero di aver svelato una presunta truffa ai danni dell'Unione europea, dello Stato e della Regione Calabria in relazione a corsi di formazione professionale realizzati e gestiti dalle società "Biotech" e "Prometeo" per i quali furono percepiti contributi sulla base di costi ritenuti dalla Procura inesistenti.
Le procedure previste per i successivi finanziamenti, poi, avrebbero dovuto portare all'assunzione degli allievi più meritevoli per un minimo di tre anni, ma gran parte degli allievi, per come avrebbero accertato i finanzieri, sarebbe stata assunta per poi essere licenziata prima della scadenza del contratto che sarebbe stato imposto dalla convenzione stipulata con la Regione Calabria. Una diversa imputazione per evasione fiscale era contestata infine a Maretta che, secondo l'accusa, nelle vesti di amministratore della società "Mediterranea Cavi" dal 2006 al 2009 si sarebbe avvalso, al fine di evadere le imposte, di una serie di fatture ritenute inesistenti riportando nelle dichiarazioni fiscali del 2005, 2006 e 2007 ammortamenti relativi ai beni strumentali delle stesse fatture.
Tutte ipotesi complessivamente cadute a seguito del dibattimento, conclusosi con l'assoluzione per tutti in merito alla vicenda dei corsi di formazione incriminati. (Agi)