Smaltimento illecito di rifiuti, due frantoi sequestrati nel cosentino
Due frantoi oleari sono stati sequestrati dal Corpo Forestale - uno a Cosenza, situato nella frazione “Portapiana” e l’altro nel comune di Mottafollone - a seguito di alcuni controlli predisposti in occasione dell’avvio della stagione olearia, con lo scopo tutelare la qualità dei prodotti ed il corretto smaltimento delle sanze e delle acque di vegetazione. In entrambi i casi sarebbero state rilevate delle irregolarità nello smaltimento dei rifiuti provenienti dalla molitura delle olive.
A COSENZA è stato posto sotto sequestro preventivo un frantoio per la molitura delle olive per ricavarne olio vegetale che avrebbe smaltito illecitamente gli scarti di lavorazione. In particolare, gli uomini dei Comandi di Dipignano, Mendicino e Rende, coordinati dal Nucleo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza (il Nipaf) avrebbero accertato che le acque di vegetazione delle olive, che è un rifiuto liquido speciale, sarebbero state sversate illecitamente ed abbandonate in modo incontrollato sul suolo dei terreni a valle del frantoio, provocando così un invaso artificiale composto da rifiuti in un’area, tra altro, sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale. Il Corpo forestale ha quindi proceduto al sequestro preventivo del frantoio ed al deferimento all’Autorità Giudiziaria del presunto autore del reato.
A MOTTAFOLLONE, durante un’altra attività di controllo, il personale del NIPAF in collaborazione con il reparto di San Sosti, dipendente dal CTA di Rotonda (Potenza), ha rinvenuto in un frantoio del centro cittadino una valvola di scarico posta sul fondo delle vasche aziendali di raccolta delle acque, di vegetazioni ed una chiave ad hoc, di costruzione artigianale, per manovrarla e che sarebbe servita - attraverso una condotta occulta - a scaricare direttamente nella fognatura pubblica e da qui nel depuratore comunale. E’ stato così contestato il reato di smaltimento illecito di rifiuti speciali liquidi e a posto sotto sequestro il frantoio, le vasche di raccolta delle acque e la chiave.
“Tali rifiuti liquidi - spiegano dal Cfs - sono altamente inquinanti in quanto hanno un elevato carico organico. Difatti, le acque, per essere degradate (ossidate), hanno bisogno di un elevato quantitativo di ossigeno chimico e biochimico (COD Chemical Oxygen Demand e BOD5 Biochemical Oxyge Demand) tantè che il quantitativo di BOD5 necessario per un metro cubo di acque di vegetazione delle olive e pari a quello necessario per 150 metri cubi di acque reflue urbane. Pertanto, l’elevata concentrazione di fenoli e polifenoli – concludono dalla Forestale - che sono causa degli elevati valori di domanda di ossigeno chimico (COD), rendono tali acque spiccatamente antimicrobiche e fitotossiche”