Imu e Tares incassate dalla Sogefil: “soldi spesi per shopping e consulenze”. Danno ai Comuni per 33 milioni
Tasse riscosse ma mai versate ai comuni. Una truffa quantificata in oltre 30 milioni di euro quella scoperta dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria che ha segnalato 21 persone alla procura regionale della corte dei conti. Secondo l’indagine i soldi incassati per conto di 50 comuni venivano utilizzati invece per fare acquisti su internet o giustificati con spese per false consulenze.
I FATTI | Ammontano esattamente a 33 milioni di euro i tributi versati dai contribuenti nei 50 comuni della Calabria e che, secondo gli investigatori, sarebbero invece finiti nelle tasche dei responsabili della “SoGeFiL Riscossione Spa”, società cosentina che opera proprio nel settore della riscossione per conto di enti pubblici territoriali.
Questo avrebbero accertato le Fiamme Gialle del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Reggio Calabria che, dopo l’arresto del luglio scorso dei 4 responsabili dell’azienda - Mario Lo Po, Giovanna Trovato, Leonardo Trovato e Maria Grazia Lo Po, accusati di associazione per delinquere e peculato - hanno quantificato il plurimilionario danno che sarebbe stato causato ai Comuni e segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro, 21 soggetti. Tutte persone che gli inquirenti considerano “legate” alla Sogefil e “che - affermano dalla Gdf - per il proprio comportamento partecipe o omissivo, dovranno ora risarcire allo Stato il danno cagionato, comprensivo degli interessi”.
NEL CORSO DELLE INDAGINI, coordinate dalla Procura di Cosenza, i finanzieri hanno scoperto che i soldi dei cittadini, versati per l’Imu o per la Tares, venivano in realtà utilizzati per fare shopping su Internet, per il pagamento di fantomatiche consulenze o per elargire lauti compensi agli amministratori della società di riscossione.
Tra i 50 Comuni truffati tra il 2005 e il 2012 e che hanno affidato il servizio di accertamento e riscossione alla Sogefil, quelli maggiormente danneggiati sarebbero risultati Nicotera, nel vibonese, al quale sarebbero stati fraudolentemente sottratti quasi 8,5 milioni di euro, Cariati (nel Cosentino) che avrebbe subito un danno di 4,3 milioni di euro, Nocera Terinese (nel Catanzarese) per 2,2 milioni, Parghelia (Vibo) per 1,8 milioni, Amantea (Cosenza) e Falconara Albanese (Cosenza) per circa 1,5 milioni.
Le indagini proseguono, anche con la collaborazione dei finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, per accertare eventuali responsabilità patrimoniali dei pubblici amministratori che con il loro comportamento potrebbero aver consentito alla Sogefil ed ai suoi amministratori di provocare l’ingentissimo danno alle casse pubbliche.