Situazione sanitaria degli allevamenti calabresi, piano sanitario regionale
"Il piano straordinario per l’eradicazione della brucellosi bovina e ovi caprina, della leucosi e tubercolosi bovina, varato dal dipartimento della salute con il decreto n. 118 del 25 novembre 2012, alla luce della situazione nella quale si trova la zootecnia calabrese, a distanza ormai di oltre un anno, può essere considerato un pieno fallimento". E' quanto sostiene il presidente dell'Anpa Calabria, Giuseppe Mangone, in una lettera indirizzata al presidente Scopelliti ed all'assessore regionale all'Agricoltura, Trematerra.
"Alla vigilia del varo del piano - continua la nota - i dati ufficiali forniti dai Servizi Veterinari delle aziende Sanitarie della nostra Regione, relativamente all’andamento epidemiologico della brucellosi bovina, brucellosi ovi-caprina e tubercolosi bovina e bufalina e leucosi, dal 2007 alla fine di gennaio 2011, negli allevamenti zootecnici soggetti al risanamento obbligatorio, indicavano la seguente situazione sanitaria:
Su un totale di 6.238 allevamenti bovini e bufalini soggetti al Programma, il numero degli allevamenti bovini ancora non ufficialmente indenni alla brucellosi era solo di 60.
Su un totale di 8.317 allevamenti ovi-caprini soggetti al programma, il numero degli allevamenti ancora non ufficialmente indenni per la brucellosi ovi-caprina era solo di 61.
Per la Tubercolosi bovina e bufalina, il numero degli allevamenti ancora non ufficialmente indenni era solo di 11.
Per la Leucosi il numero degli allevamenti ancora non ufficialmente indenni era solo di 8.
Tutte le aziende zootecniche della Calabria erano state sottoposte al controllo sanitario con una copertura quasi del 100% degli allevamenti soggetti al programma.
Per raggiungere questi risultati, gli allevatori calabresi, in attuazione dell’ordinanza ministeriale del 16 novembre 2006, avevano già dovuto sostenere, a partire dal 2007, ingenti spese economiche.
Basta pensare che il patrimonio zootecnico calabrese era composto per quasi il 70 percento da allevamenti con rispettivi capi non ufficialmente indenni alle zoonosi, malattie soggette a risanamento obbligatorio.
Oggi, dai dati sanitari sui controlli effettuati dai Servizi veterinari territoriali delle Aziende Sanitarie Provinciali della Regione Calabria in nostro possesso, relativi ai nostri associati, emerge che in alcune aree territoriali, una percentuale altissima di allevamenti non sono stati mai controllati ne per la brucellosi ne per la tubercolosi e leucosi, così come previsto dalle ordinanze ministeriali che stabiliscono un controllo semestrale. Tutto ciò, per gli allevamenti, ha causato la perdita della qualifica di Ufficialmente indenne a tutte e tre le malattie, con pesanti ricadute economiche per gli allevatori, per la comunità Europea e per la Regione.
In particolare, per le piccole e medie imprese agricole, il danno è gravissimo. Basta citare il mancato reddito dovuto al fermo dei capi bovini ed ovicaprini in aziende per mesi ed in alcuni allevamenti per anni, la mancata remunerazione della manodopera, il deprezzamento del valore dei capi.
La ricaduta, inoltre, è assolutamente negativa in ambito Regionale e internazionale per le Aziende Agricole che commercializzano i loro prodotti DOP e IGP Calabresi . Anche a sicurezza alimentare che interessa la Comunità tutta, può essere compromessa. I danni che la Brucellosi e Tubercolosi possono causare alle persone, sono di natura invalidante e permanente, così come è avvenuto per tutti coloro che si sono ammalati che, nella maggior parte dei casi, sono stati proprio gli operatori del settore agricolo.
Questa situazione non può più protrarsi, pena la distruzione del comparto zootecnico.
Ritengo assolutamente necessario ed urgente - conclude la nota - la convocazione di un tavolo regionale per affrontare in maniera seria e definitiva la situazione, mettendo in atto tutte le misure necessarie per far diventare la Calabria regione, ufficialmente indenne, così come hanno fatto le altre regioni italiane".