Provincia di Cosenza, Greco, tagli alle risorse del Banco alimentare: i parlamentari dormono

Cosenza Attualità

Quello che stiamo attraversando è un momento difficile per il nostro Paese, per la nostra Regione. La crisi economica sta spezzando i legami sociali indispensabili per alimentare il senso di comunità che faccia sentire i cittadini orgogliosi di essere italiani, di essere calabresi. Le aziende che chiudono bottega, i tanti precari del pubblico impiego, i giovani senza lavoro costretti ad emigrare, sono alcuni simboli esemplificativi di una realtà complessa e drammatica. La rabbia che si è palesata nei giorni scorsi attraverso il movimento dei forconi non può passare inosservata come un fenomeno estemporaneo, ma necessita di analisi attente e di risposte immediate”. E’ quanto sostiene in una nota il Presidente del Consiglio Provinciale Orlandino Greco.

“Le classifiche economiche delle regioni italiane - continua Greco - vedono la Calabria occupare gli ultimi posti in termini di reddito pro capite e di prodotto interno lordo. E’ praticamente scomparsa la classe media che per decenni ha trainato l’economia del Meridione attraverso le tante piccole e medie imprese familiari che oggi non riescono più a sopportare il peso della crisi, della burocrazia e della tassazione. Oltretutto anche dall’Europa arrivano segnali negativi; con la cessazione del programma europeo di aiuti alimentari per gli indigenti infatti (Pead) dal 1°gennaio 2014 si ridurranno drasticamente le risorse destinate al banco alimentare. Nel 2013 ne hanno beneficiato 4 milioni e 800 mila poveri, con un aumento di 1 milione e 200 mila persone rispetto al 2012. In sostituzione del Pead l’Unione Europea ha istituito il Fondo per aiuti Europei agli indigenti (FEAD) ma tale fondo di entità notevolmente inferiore, a causa dei ritardi e delle incertezze normative, non potrà fornire derrate alimentari da distribuire a favore degli indigenti, se non a fine 2014. Con il nuovo anno quindi molte famiglie, sempre più numerose, che vivono quotidianamente sulla loro pelle il dramma della povertà, dovranno fare a meno del sostegno indispensabile del banco alimentare. E’ gravissimo che i parlamentari stiano in silenzio e non diano la massima priorità ad una questione così importante che riguarda le fasce più deboli della società. I tecnici dell’UE sempre attenti ad indicare limiti, vincoli e lacci burocratici legati alla spending review, dovrebbero invece utilizzare le loro competenze per promuovere azioni politiche in grado di garantire pari opportunità e medesime occasioni di sviluppo a tutti i cittadini europei. Il silenzio dei nostri parlamentari poi, è l’ennesima dimostrazione di come la classe dirigente del nostro Paese si stia facendo trascinare in discussioni lontane anni luce dalla realtà dei cittadini, mostrandosi incapace di trovare delle risposte concrete a quei problemi che dovrebbero avere la priorità assoluta nell’ agenda di Governo. La solidarietà dovrebbe essere l’elemento cardine di ogni azione politica che miri al bene comune, soprattutto alle nostre latitudini dove alla povertà causata dalla crisi economica si aggiunge l’enorme gap esistente con il nord del Paese. Per tenere accesi i riflettori sui nostri territori domani si terrà un convegno dal titolo Povertà e solidarietà in provincia di Cosenza, al quale parteciperanno fra gli altri anche l’Arcivescovo Salvatore Nunnari, il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio e il presidente dell’associazione Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia Angela Gatto. E’ indispensabile che il Sud si metta in cammino verso l’Europa Mediterranea delle comunità e della solidarietà, e affronti con proposte concrete le numerose problematiche che affliggono da troppo tempo le regioni dell’Italia del meridione. E’ necessaria, oggi più che mai, una rivoluzione culturale e politica che riporti al centro delle decisioni governative le vocazioni dei territori e la solidarietà, superando, attraverso riforme ad ampio respiro, l’attuale impasse istituzionale causata dalla partitocrazia, dalla burocrazia e dal “centralismo.”