Reggio non tace sul trasferimento del prefetto Piscitelli
"Abbiamo appreso non senza stupore del trasferimento del Prefetto Piscitelli da Reggio Calabria e subito abbiamo fatto alcune considerazioni che vogliamo rendere pubbliche". E' quanto scrive in una nota il Movimento "Reggio non tace".
"Per prima cosa - continua la nota - stupisce un trasferimento dopo così poco tempo (meno di 1 anno e mezzo), ma, ancor più stupisce il fatto che questo avvenga durante il commissariamento del Comune in un momento delicatissimo per la città.
Il Prefetto Piscitelli in questi mesi è stato l’ interlocutore più credibile di quanti in città lottano per il risveglio della coscienza civile e per la ricerca di soluzioni legalmente accettabili ai numerosi problemi che assillano i cittadini.
Attento e disponibile al confronto ha interpretato il volto dello Stato che ci piace di più, quello di istituzione aperta ai cittadini, al servizio del bene comune, disposto a fare fino in fondo il proprio dovere.
Con questo trasferimento che segue quello del Prefetto Panico (coordinatore della terna commissariale) questo governo consuma in pochi mesi il secondo sgarbo alla città di Reggio Calabria: in un momento grave della sua storia e, seguendo incomprensibili ragioni, tradisce le attese dei cittadini onesti che, dopo anni di predominio ‘ndranghetistico e di mala politica, finalmente cominciano a riacquistare fiducia nelle istituzioni dello Stato.
Ebbene Piscitelli incarna quello Stato che, come cittadini, vogliamo; il suo trasferimento ci dispiace e siamo certi che non sia un bene per la città.
Desideriamo esprimere al Prefetto il nostro ringraziamento per il modo in cui ha interpretato il suo servizio istituzionale alla città di Reggio Calabria che, per noi, deve rappresentare un esempio anche per chi sarà chiamato a sostituirlo.
Ci aspettiamo, infatti, dal nuovo Prefetto uguale disponibilità e apertura.
I Reggini - conclude la nota - oggi più che mai, dopo quanto vissuto in questi anni, ne hanno diritto per sentirsi pienamente cittadini liberi in uno Stato democratico".