Bonifica Crotone, Pacenza: che ne è stato del risarcimento di Syndial
“Che ne è stato dei 56 milioni di euro che il Tribunale di Milano ha obbligato l’Eni (Syndial) a versare nelle casse del ministero dell’Ambiente per aver procurato un danno ambientale sull’ex sito industriale di Crotone?”.
Il presidente della commissione Sanità Salvatore Pacenza sollecita la ripresa della discussione sugli effetti della sentenza pronunciata il 24 febbraio del 2012 dalla decima sezione del Tribunale civile di Milano che ha obbligato Syndyal a versare la somma di 56 milioni di euro nei confronti del ministero dell’Ambiente come risarcimento per il danno ambientale accertato sull’ex sito industriale di Crotone.
La richiesta di risarcimento era stata inoltrata nel 2004 dalla Regione Calabria che aveva citato in danno Syndial “per le conseguenze all'immagine e l'aumento delle spese sanitarie dovute al presunto incremento di patologie riconducibili all'attività industriale condotta presso il sito di Pertusola Sud”. Nel dispositivo pronunciato, però, dal giudice Giovanna Gentile nel febbraio 2012 è stata rigettata l’istanza presentata otto anni prima dall’Ente calabrese, riconoscendo al contempo l’indennizzo al ministero dell’Ambiente.
“Credo che sia opportuno destinare questa somma – commenta l’onorevole Pacenza – alla messa in sicurezza del cosiddetto sarcofago di località Farina Trappetto che si estende alle spalle delle vecchie fabbriche crotonesi e che costeggia la strada consortile. È un’area di circa 15 metri quadrati che fu ribattezzata ‘la passeggiata degli innamorati’, ma che in realtà si scoprì ben presto contenere migliaia di tonnellate di rifiuti speciali derivanti dalla lavorazione dei fertilizzanti prodotti negli ex stabilimenti crotonesi.
Le recenti mareggiate e i ritardi negli interventi di messa in sicurezza del sito di Farina Trappeto hanno compromesso ancor di più la salubrità di quei terreni. Si è per tanto resa necessaria una perentoria messa in sicurezza del cosiddetto sarcofago perché molti di quei materiali in esso contenuti sono oggi riaffiorati in superficie, costituendo così un serio pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini. All’indomani della sentenza del febbraio 2012 – prosegue l’onorevole Pacenza – ebbi modo di unirmi al coro levato dai vari rappresentanti istituzionali del Crotonese che chiedevano il coinvolgimento del territorio pitagorico nelle decisioni riguardanti la tempistica e le modalità d’impiego del risarcimento ottenuto dal ministero.
Temevamo infatti che il dicastero in discussione avrebbe potuto mettere in stand-by la vicenda. A distanza di quasi due anni da quella sentenza sembra stia accadendo proprio questo. Chiedo per tanto che la deputazione nazionale calabrese e l’ente Regione riaprano la discussione sull’impiego di queste risorse che non va dispersa in mille rivoli, ma concentrata in azioni energiche e necessarie come la messa in sicurezza tempestiva della discarica di Farina Trappeto a Crotone”.