La libreria Ubik di Cosenza ospita la mostra fotografica “Scene inattese”
Fino al 18 gennaio 2014 la libreria Ubik di Cosenza ospiterà la mostra fotografica “Scene Inattese – Viaggio nei laboratori di Zahir con gli utenti dei centri di salute mentale”, a cura di Pietro Scarcello. L’esposizione documenta gli ultimi anni del progetto “Laboratorio di teatro, danza, musica, video”, realizzato con gli utenti dei centri di salute mentale di Cosenza, Rende, Montalto, Paola, Acri, San Giovanni in Fiore, Rogliano, ideato e curato dall’associazione culturale Zahir a partire dal 2006, con il sostegno della Provincia di Cosenza - Assessorato alle Politiche Sociali e dell’Immigrazione e in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.
L’idea nasce dalla volontà di condividere, dopo sei anni di lavoro, attraverso le immagini, alcuni dei momenti più intensi dei percorsi teatrali realizzati durante il progetto. Le foto di Francesco Panza e Pietro Scarcello sono relativi, in particolare, a “Della stessa sostanza dei sogni”, diretto da Davide Iodice, “Mercuzio non vuole morire”, diretto da Armando Punzo (Compagnia della Fortezza Volterra), “Pinocchio perché”, diretto da Sonia Falcone ed Ernesto Orrico, con la collaborazione di Teresa Bruno e Daniele Siciliano.
Difficile raccontare la ricchezza delle esperienze e delle faticose conquiste, la storia della ricerca di un gruppo di artisti ed operatori che hanno scelto di incontrare il disagio mentale, per aprirsi a nuove possibilità di espressione artistica, per cercare una pienezza di senso. Tutto ciò richiederebbe, per essere compreso a pieno, di essere vissuto; allo stesso tempo, si avverte l'esigenza urgente di far conoscere questo lavoro per condividerne l’esperienza, conservarne la vitalità e provare a dargli nuova spinta.
“Un percorso colmo di vissuti forti, diversi e concentrati nell’arco delle giornate di lavoro senza sosta, un saliscendi che toglie il respiro. –Afferma Sarcello - La cognizione chiara dell’esperienza ha fatto si che la scelta delle immagini e la modalità individuata per renderle fruibili sia stata legata principalmente ad una dimensione istintuale ed emotiva. Le mie scelte nel proporre foto di reportage dei laboratori,dei loro esiti finali, di ritratti rubati o curati (nello studio fotografico approntato nei luoghi di lavoro) sono state dettate da quella costante alternanza di emozioni che ci hanno consentito di dare libero sfogo ad una istintività umana abbracciata da tanta professionalità vista e vissuta”.