Dipendenti Arssa ancora senza stipendio; bisogna azzerare i dirigenti
Riceviamo e pubblichiamo lettera firmata da parte di un Dipendente Arssa:
"Ricorderemo bene questo “silenzio” quando vi ripresenterete spacciandovi per “uomini della buona politica al servizio della collettività”. In una precedente lettera aperta di qualche settimana fa, indirizzata al Presidente Scopelliti, all’Assessore all’Agricoltura Trematerra, a tutti i componenti della Giunta e del Consiglio Regionale, nonché ai vertici dell’Arssa e dell’Arsac dove evidenziavo tutto il malessere e la preoccupazione diffusi tra i dipendenti dell’Arssa a causa degli stipendi che non arrivano, avevo provato a scuotere le vostre “coscienze”, ma come temevo, nessuno si è degnato di dare risposte.
Eppure l’argomento trattato è di estrema delicatezza e avrebbe dovuto attirare tutta la vostra attenzione. Egregi signori che vi fate chiamare “Onorevoli”, credo sia opportuno informarvi che se l’agenzia versa in condizioni economiche finanziarie difficili le responsabilità sono da ricercare tra “quelli” che hanno avuto il ruolo di capitanare questo “povero” ente, mandandolo alla deriva. Purtroppo però, le conseguenze di questa pessima gestione si stanno abbattendo “con violenza” sulle fasce più deboli dei lavoratori, con conseguenze inimmaginabili, ricordando sotto certi aspetti la tragica storia della Nave Concordia, che, capitanata da un certo sig. Schettino, finì per affondare.
Purtroppo non ci sono vie d’uscita e la situazione, dopo sessanta giorni senza stipendio diventa intollerabile, fra il menefreghismo di una classe dirigenziale strapagata, l’inerzia della classe politica e i bluff continui dei sindacalisti, che continuano a non smentirsi per il loro comportamento poco leale. Proprio riguardo i sindacati è giusto ragguagliare che in questi giorni le revoche di iscrizioni arrivano copiose.
Uno dei TANTI esempi di cattiva gestione, che meriterebbe l’attenzione delle istituzioni, dove qualche dirigente dovrebbe spiegare a quanto ammonterebbero e che fine hanno fatto i presunti incassi provenienti dalle vendite della frutta prodotta presso il Centro Sperimentale di San Marco Argentano relativi all’anno 2013. L’unica speranza quindi, resta l’azzeramento totale dell’intera classe dirigenziale e solo assegnando il “timone” a personale professionalmente competente e “invertendo la rotta”, facendo prevalere la meritocrazia al favoritismo, si può pensare di salvare il salvabile."
Pierpaolo Noce