Lettere. “All’Arssa si susseguono le irregolarità, il menefreghismo della classe dirigenziale”
Riceviamo e pubblichiamo.
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“Nessuna risposta giunge ad alcuni lavoratori dell’ARSSA, che più volte hanno denunciato lo stato di totale abbandono in cui si trovano. Trattasi di un gruppo di lavoratori, che pur svolgendo da diversi anni attività riconducibili alla qualifica di impiegati, senz’alcuna motivazione plausibile, gli viene “negato” il sacrosanto diritto e la regolarizzazione della situazione contrattuale.
Nonostante le richieste dei lavoratori, avanzate per iscritto agli organi dirigenziali dell’agenzia, i quali, non si degnano neppure di consultare il contratto collettivo nazionale del lavoro per constatare che, trascorso un determinato arco temporale, si acquisiscono alcuni diritti previsti dalla legge. Una situazione gravissima e vergognosa sottovalutata dall’intera classe dirigenziale completamente “distratta” o “menefreghista”, sottovalutata anche dalle associazioni sindacali che non sanno far altro che prendere in giro i lavoratori.
Probabilmente questo “menefreghismo” è dovuto al fatto che, nessun responsabile e nessun dirigente pagherà di tasca propria, qualora l’ente sarà sanzionata per questi aberranti irregolarità, ma, come purtroppo accade nel nostro paese, anche se indirettamente,“pagheranno i cittadini” già soffocati dalla grave crisi economica. Nessuna risposta ne da parte della classe dirigenziale dell’ente, ne da parte dell’Assessore all’Agricoltura On. Michele Trematerra, al quale più volte, i “discriminati” dipendenti si sono rivolti esternando tutto il loro malcontento.
E’ possibile che un ente pubblico, gestito con soldi dei contribuenti e che dovrebbe essere il fiore all’occhiello per la nostra Calabria deve sempre essere oggetto di denunce per i gravi episodi che si susseguono nel quotidiano? Di sicuro questa ennesima nota giornalistica sarà per “l’orecchio di qualcuno una nota stonata” visto il momento pre elettorale, ma, se un esponente politico, “promette” di fare buona politica, spacciandosi per uno che ha “tanti buoni propositi”, dovrebbe per prima cosa non permettere il persistere di certe ingiustizie e irregolarità".
Pierpaolo Noce
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