Shoah, Agorà Kroton: la ferita di quei terribili anni è ancora viva
“La storia è sempre pronta a ripetersi…Nel giorno della Shoah, il mondo ricorda il terribile genocidio che i tedeschi perpetrarono nei confronti del popolo ebraico. È passato più di mezzo secolo, ma la ferita di quei terribili anni è ancora viva. Nelle scuole, nelle piazze, ovunque, ogni anno, la Shoah viene ricordata e spiegata soprattutto ai giovani affinché tutto ciò non si ripeta.
Questa giornata, infatti, viene definita anche giornata della memoria, poiché è qualcosa che fa parte del passato, qualcosa che non ci appartiene più. – È quanto si legge in una nota stampa della Cooperativa Sociale Agorà Kroton - In realtà stiamo ricadendo nell’errore/orrore dell’indifferenza. Proprio come accadde quando milioni di ebrei furono deportati e sterminati e il mondo stava a guardare, anche oggi il mondo sta a guardare mentre la guerra tra i poveri sta rendendo arida questa nostra società.
Anche la nostra città sta vivendo un momento molto difficile. Povertà e difficoltà a pensare ad un futuro sereno ci portano ad essere indifferenti nei confronti di chi viene nel nostro paese alla ricerca di un futuro migliore. Siamo circondati da giovani migranti che vivono oramai da anni le nostre strade. Giovani ragazzi che hanno lasciato la loro casa e i loro affetti. Ragazzi che come i nostri figli hanno tante speranze e tanta voglia di fare, ma ai nostri occhi sono solo quelli che ci rubano il lavoro e minacciano la nostra stessa sopravvivenza.
Proprio come quando gli Ebrei erano considerati una minaccia perché rubavano i soldi e il lavoro ai tedeschi costruendo l’immagine della vittima che avrebbe portato alla distruzione economica della nazione stessa, anche oggi commettiamo lo stesso errore. Stiamo costruendo l’immagine dell’immigrato delinquente e ladro da tenere lontano e mandare via.
Non ci importa se dormono per strada o alla stazione, se muoiono di fame o si lavano con l’acqua fredda, tutto questo non ci appartiene. Li guardiamo con indifferenza permettendo che la dignità dell’uomo sia nuovamente calpestata e che spietati politici portino avanti la terribile propaganda dell’odio. Come allora crediamo che l’unica arma per la nostra sopravvivenza sia l’eliminazione dell’altro.
Potrebbero sembrare parole esasperate, ma in realtà la shoah di questi disperati si sta già compiendo nel Mediterraneo grazie alle politiche dei respingimenti, nei campi di Rosarno, e nelle stazioni di tutta Italia diventate oramai l’unico rifugio. Ribelliamoci a tutto ciò poiché la storia è sempre pronta a ripetersi…”