Gli studenti del Polo di Cutro in visita a Ferramonti di Tarsia
Nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare la Giornata della Memoria, alcuni studenti del Polo di Cutro hanno visitato il campo di internamento di Ferramonti di Tarsia (Cs). Si tratta di uno dei più grandi campi di internamento presente sul territorio italiano, che durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale ospitò centinaia di Ebrei, provenienti da ogni parte d’Europa. Diversamente dagli altri campi di concentramento, Ferramonti non fu un campo di sterminio, non esistevano camera a gas e nessun ebreo venne ucciso. La maggior parte degli internati morì di malattia, tifo o malaria: il campo, infatti, sorgeva in una zona paludosa. Oggi le baracche, dove vivevano gli internati, sono state trasformate in un museo: il museo della memoria.
Documenti, foto, oggetti personali degli internati riempiono le sale del museo, che sorge a pochi passi dall’autostrada Salerno – Reggio Calabria. Oltre alla visita del museo, i ragazzi hanno ascoltato le testimonianze di due sopravvissute, Dina e Judith, occhi azzurri e capelli bianchi, ma soprattutto un sorriso che rivela la gioia di tornare a Ferramonti e incontrare i giovani. La prima pittrice, la seconda fisioterapista, oggi vivono entrambe a Tel Aviv. Dina, che è nata a Ferramonti, racconta di aver perso i suoi nonni ad Auschwitz; Judith, invece, venne internata in Calabria insieme alla sua famiglia quando aveva solo cinque anni. I loro ricordi di Ferramonti sono, dunque, legati ai racconti dei loro genitori. Marco Macrì della V A dell’ITC si fa coraggio ed emozionato rivolge una domanda alle due signore: “Cosa avete provato ritornando a Ferramonti?” Rispondono commosse: “Abbiamo pianto!”. A Dina e Judith i ragazzi della IV e V A dell’ITC mostrano orgogliosi il lavoro che hanno fatto per ricordare lo sterminio degli Ebrei: un video nel quale scorrono immagini di un dolore atroce e di una sofferenza disumana con, in sottofondo, le musiche della celebre colonna sonora del film La vita è bella e di quella di Jona che visse nella balena, il Gam Gam Ki Elekh che riprende il Salmo 23 della Bibbia: “anche se andassi nella valle oscura, non temerei alcun male perché Tu se sempre con me”.
Sorridenti, Dina e Judith si complimentano con i ragazzi, che dopo qualche foto, pronta per essere postata su Facebook, un abbraccio e una stratta di mano, rientrano nelle loro case e nelle loro aule scolastiche, sicuramente arricchiti e desiderosi di sperare in un mondo dove “mai più vi siano odio, razzismo e guerre”, come si legge nella targa posta sotto l’albero d’ulivo proveniente da Gerusalemme, dalla collina dei Giusti, e piantato tra le baracche/ museo di Ferramonti.