Lo Polito: “L’autoconservazione non aiuta la crescita politica e sociale”
“Il vero problema della politica è l’autoconservazione, sempre più preoccupante, con cui ciascun esponente caratterizza la propria rappresentanza”. E’ quanto scrive Mimmo Lo Polito candidato segretario regionale PD.
“Un fatto inquietante - continua la nota - che richiamo tra le righe nei nove punti programmatici per un PD regionale che desidera rilanciarsi come va promettendo in giro.
Quando l'aspetto personale incide sull'agire politico diviene allarmante perché non lascia alcuno spazio al bene comune e, quindi, all'interesse generale, creando un problema serio con le attese della gente, sempre più lontana.
Da qui la necessità di rifondare un primato che non può più essere rinviato per un’emergenza trasversale che vede la politica sempre più periferica rispetto alle comunità in ogni dove, pur sembrando il contrario.
Tutto ciò mentre il dibattito, anche a livello nazionale, verte sulle riforme, e gli interventi del nostro segretario Renzi trovano linfa nelle “suggestioni” che ha modulato sulle questioni del rinnovamento dei metodi e degli uomini.
Dunque riforme e cambiamento vanno riempiti di contenuto se non vogliono rimanere semplice "sostituismo" gestionale e politico. Anche nel nostro piccolo, campeggia il termine rinnovamento che mi sembra non abbia tanto riscontro al di là dei proclami.
Ecco perché l’importanza e l’urgenza di confrontarsi su quei nove punti programmatici che ho lanciato per la mia candidatura e scaturiti dal desiderio di innovare a partire dal quel senso di responsabilità nei confronti dell’impegno pubblico che non può che essere sottoscritto e testimoniato se non da buone pratiche e scelte coraggiose , quelle per cui ci battiamo e riguardano, secondo me, pure il saper rinunciare con coraggio, da parte del vicitore, ad ogni candidatura istituzionale per tutta la durata del mandato di segretario regionale.
Questo è il percorso e la sfida che mi sento di consegnare a tutti al fine di sconfiggere vecchie regole, legate a quell’autoconservazione che non ha portato a nulla e, soprattutto, non ha voluto far crescere nessuno nel Partito!
Per questo chiedo l'impegno, a chi diverrà segretario regionale, di lottare tenacemente per questo bisogno oggettivo di cambiamento, cominciando dallo smantellamento di quelle operazioni legate alla copertura di quei “posti” inutili, detti di sottogoverno, nei quali vengono parcheggiati e sistemati i “bocciati” della politica, ma che costano maledettamente all’immagine e vita del Partito e soprattutto alla collettività la quale quotidianamente ci chiede sempre più, ed in questo particolare momento storico maggiormante, un bisogno di motivazioni per accettare i sacrifici di cui tutti sottolineano, e noi in particolare, la necessità.
Ecco perché l’urgenza etica di questo percorso e di escludere qualsiasi tipo di incarico a chi nell'ultimo quinquennio ha ricoperto responsabilità nel partito o nelle istituzioni.
Il rinnovamento passa anche da questa scelta e non solo, e ancor di più dalla voglia di lottare contro il perpetrarsi di status del genere cui devono, necessariamente, seguire atti inequivocabili.
Solo così potremo parlare di trasformazione, di cambiamento e d’inversione di tendenza, consapevoli pure che il cammino sarà ancora lungo perché la correttezza e la lealtà possano radicarsi a causa delle solite insinuanti tacite aspettative personali legate sempre a poter ricoprire questo o quel posto, questa o quella candidatura.
L’opzione che propongo è culturale nell’approccio della realtà e dell’esistente, è diversa, perché parte da un’altra esigenza di fare politica: semplicemente di attuarla senza avere alle spalle alcun padrone. La mia candidatura a segretario regionale non ha, infatti, né questi e nè padrini”.