Inchiesta “Coser Calabra”: concluse le indagini, tre "avvisi”
Abuso d'ufficio, falsi e truffa aggravata. Sono queste le ipotesi accusatorie che la Procura della Repubblica di Catanzaro contesta a tre persone per via di un presunto disegno criminoso che avrebbe consentito alla società consortile "Coser Calabria" di ottenere ingenti esborsi di denaro da parte della Regione Calabria. Gli indagati, che sono Michelino Lanzo, nella sua qualità di dirigente generale pro tempore del dipartimento Attività produttive della Regione Calabria; Stefano Zirilli e Walter Fonte, rispettivamente amministratore delegato e presidente del Consorzio Coser, e la stessa società consortile, sono i destinatari di un avviso di conclusione indagini emesso dal sostituto procuratore titolare del caso, Domenico Guarascio, che nel proprio quadro accusatorio ha ricostruito la presunta maxi truffa ed i rispettivi ruoli delle persone coinvolte. Lanzo, secondo le ipotesi del pm, avrebbe ingiustamente "avocato a sè i poteri di spesa - del Dipartimento, ndc - in assenza di comprovate ragioni di funzionalità, in assenza di qualsivoglia istruttoria idonea e disattendendo le ordinarie procedure di controllo interno", disponendo poi "la liquidazione di indebite somme di denaro a favore del Coser Calabria", con le due liquidazioni di 330.000 euro del 23-03-2010, e di 409.478,81 euro del 09-03-2010, afferenti una il "progetto percorso di accompagnamento, assistenza tecnica, comunicazione ed informazione, attività gestionale di cui alla legge 215/92", e l'altra il "progetto percorso di accompagnamento, assistenza tecnica, comunicazione ed informazione, attività gestionale a favore delle imprese legge 598/1994. Liquidazioni, secondo il pm, "indebite e illegittime "in quanto adottate anche in assenza di qualsivoglia convenzione regionale tra l'Ente e il Coser", ed ottenute dal consorzio grazie alla produzione di una documentazione fasulla, che avrebbero procurato alla Regione un ingente danno. (AGI)