“Liberi” invece della misura alternativa alla detenzione, arrestato presidente associazione
Il presidente di un’associazione del terzo settore - che si occupa tra l’altro del recupero e del reinserimento di rom di Catanzaro, impiegandoli in attività lavorative alternative alla detenzione - tramite delle attestazioni risultate fittizie, tra il 2016 e l’anno in corso, avrebbe favorito l’inosservanza della pena a decine di soggetti.
Questo quanto il Gip del tribunale del capoluogo contesta all’uomo che stamani è stato sottoposto dai carabinieri di Lido agli arresti domiciliari per i reati, appunto, di false dichiarazioni destinate all’Autorità Giudiziaria, procurata inosservanza di pena e truffa aggravata ai danni dello Stato.
All’associazione erano affidate in particolare quelle persone che, sottoposte a misure alternative di pena come la messa alla prova o l’affidamento in prova, a cui far effettuare dei lavori di pubblica utilità, come la pulizia di aree verdi del quartiere, o attività lavorative esterne.
Secondo gli inquirenti, però, tali soggetti, di fatto sarebbero stati invece lasciati liberi e senza controllo. Nel corso delle indagini, inoltre si è arrivati a ritenere che l’associazione abbia partecipato, vinto e rendicontato falsamento un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’inclusione scolastica dei cittadini rom, ottenendo così una somma di 130 mila euro.
Le attività finanziate dal bando, però, di fatto non sarebbero state svolte “arricchendo invece illecitamente il presidente dell’associazione” sostengono gli investigatori.