Sanità, Svimez: Lazio spende 1.967 euro pro capite, Calabria 1.532
Il Lazio spende per la sanità 1.967 euro pro capite e la Calabria 1.532 euro. Tra le regioni meridionali il Molise destina più risorse, 1.809 euro e 4 centesimi, circa 2 euro in meno dell'Emilia Romagna, seguite da Campania (1.767,2 euro), Basilicata e Abruzzo (1.677 euro), Puglia (1.575 euro). Nel Centro Nord dopo il Lazio è la Liguria a destinare più risorse, (1.932), seguita da Emilia Romagna (1.810 euro) e Piemonte (1.787 euro).
È quanto emerge dal ‘Rapporto sulle entrate tributarie della Regione Calabria’, pubblicato nei Quaderni Svimez, presentati oggi. In alcune regioni del Sud, come la Calabria, l'insieme delle entrate disponibili non assicura, si legge nel rapporto, il finanziamento integrale del servizio, come stabilisce la Costituzione.
Al Sud l'Irap pubblica pesa sul totale Irap in media del 32%, circa venti punti percentuali in più del Centro-Nord (13-14%), e in Calabria arriva al 41,7%. Nel 2010 a fronte di un'aliquota base del 3,9%, destinata a coprire i deficit sanitari, Calabria, Molise, Campania e Lazio si attestavano al 4,97%, mentre al Nord nessuna regione applica un'aliquota superiore al 3,9%.
Ma in questo modo, si legge nello studio, "le maggior aliquote Irap applicate per la copertura dei deficit sanitari in Calabria determinano una pesante penalizzazione per le attività produttive, in quanto rendono meno competitive le imprese operanti nella regione".
Colpendo il valore del prodotto delle imprese, l'Irap, continua lo studio, si configura come un'ulteriore imposta sul consumo, come l'Iva, che fa aumentare il prezzo delle merci acquistate dai consumatori. In questo modo "le regole dell'Irap costituiscono caso esemplare su come si ammazza il sistema produttivo di una regione non sviluppata, gravando su investimenti ed esportazioni.
Il tributo deciso in Lombardia o Veneto e applicato su produzioni avvenute nelle due regioni - sottolinea il rapporto - viene in ultima analisi scaricato ad esempio sui consumatori calabresi, perché l'Irap non rileva soltanto l'importo del prelievo sulle imprese calabresi, ma il peso dell'Irap importata da altre regioni". (AGI)
h 14:11 | Il rapporto Svimez presentato oggi ha analizzato anche la struttura delle entrate e dei tributi. A livello di struttura, in Calabria sul totale delle entrate correnti il 90% sono di natura tributaria, 9% proviene da trasferimenti e il resto da entrate extra tributarie. Nella media 2008-2010 sul totale delle entrate tributarie il 25,5% ha riguardato tributi propri, il 74,5% tributi erariali, di cui oltre il 71% è costituito da compartecipazione Iva.
Sul totale dei tributi propri, quasi il 62% è data dall'Irap, il 20,8% dall'addizionale Irpef e il resto da altri tributi propri. Il sistema di bilancio della regione Calabria ha avuto nel 2010 corrispondenza perfetta tra riscossioni e accertamenti (96%). In altre parole, in dieci anni, dal 2002 al 2011, le entrate di parte corrente accertate dalla Regione Calabria ammontano a 36 milioni di euro, le somme riscosse a 34,8.
"Da qui, si legge nello studio, le polemiche concernenti la gestione della Calabria appaiono francamente pretestuose". In più, la Calabria applica aliquote più elevate nei tributi, Irap e Irpef, e ottiene un minor prelievo. A parità di reddito, quindi, un cittadino calabrese è colpito da un'imposta più elevata a fronte della quale fruisce di un minore livello di servizi.
Solo 95 euro pro capite per i Lep, a parte la sanità - In dieci anni, dal 2002 al 2011, le entrate correnti della Regione Calabria sono aumentate dello 0,4% (dal 13,4% sul Pil del 2002 al 13,7%). In crescita anche le entrate tributarie, che nel 2002 erano pari al 10,6% del Pil, e dieci anni dopo sono arrivate al 12,4%, passando cioè da 1.915 euro pro capite a 2.056 euro. Analizzando però in questo contesto il peso della spesa sanitaria, emerge che, relativamente al 2010, ultimo dato disponibile, a fronte di 3 miliardi 106 milioni di entrate, la spesa sanitaria standard si è attestata a 3 miliardi.
Restano quindi soltanto 100 milioni di euro per tutte le altre spese legate ai livelli essenziali di assistenza (istruzione, trasporti, assistenza alle persone), i cui importi appaiono "chiaramente insufficienti", pari nel 2011 a 95 euro pro capite. Irap e Irpef - Nel 2010 il valore pro capite del gettito Irap in Calabria è stato pari a 306,6 euro, rispetto a 364 euro della media Mezzogiorno e a 663,6 euro nel Centro Nord.
Quanto al gettito derivante dall'addizionale Irpef, nel 2010 il prelievo pro capite è stato pari in Calabria, a 97,8 euro, nel Mezzogiorno, a 102,1 euro, nel Centro Nord, a 167,8 euro. In questo senso va rilevato che il gettito Irpef è salito nel Sud del 26% in 5 anni, dal 2005 al 2010, passando da 11,5 miliardi a 14,5 ( a fronte di una crescita nel Centro-Nord del 17,6%). A livello pro capite l'imposta netta con 120 euro resta superiore alle media Sud (107) e inferiore del 25% al Centro-Nord (161 euro).
In altri termini, nel 2010, rispetto a un'aliquota base dello 0,90%, la Calabria, con Molise, Campania e Lazio, è all'1,7%, arrivando, nel 2011, a fronte di un'aliquota base dell'1,23% al 2,03%.