Università: Caligiuri, sistema atenei in crisi ma eccellenze

Calabria Attualità
Mario Caligiuri

"Il settore universitario calabrese certamente sta affrontando un momento di crisi ma, nel nostro caso, può vantare diverse eccellenze". Lo ha detto l'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri in occasione della presentazione a Catanzaro del libro "Il sistema universitario calabrese tra scelte di mobilità degli studenti e strutture economiche degli atenei" edito da Rubbettino con il contributo della Fondazione Agnelli. All'incontro hanno partecipato i rettori dell'Università di Catanzaro Aldo Quattrone e dell'Unical, Gino Crisci, Matteo Turri uno degli autori del volume che ha analizzato i quattro atenei calabresi e Andrea Gavosto direttore della fondazione Agnelli. "Il capire - ha aggiunto Caligiuri - è la premessa del fare. Per questo abbiamo pensato di aderire al progetto della fondazione perché, attraverso i punti di criticità individuati dagli esperti, potessimo basare alcune azioni mirate al miglioramento dei nostri atenei e programmare la destinazione delle risorse". Gavosto ha evidenziato quali sono i motivi principali per cui gli studenti, il 36%, va fuori a frequentare un'università. "Il principale motivo - ha sostenuto - è la ricerca di un corso di studi che in Calabria non c'è. La maggior parte degli studenti calabresi va a Messina, il 30,9%. Il corso di studi prevalentemente scelto è quello di medicina e poi gli altri settori umanistici, ma questo è da attribuire al numero chiuso della facoltà. Poi ci sono altri motivi, come l'attrattiva di una università, la città in cui si trova". "Raramente ho visto delle università mettersi al tavolo con la Regione per affrontare i problemi e cercare di risolverli - ha detto Turri, dell'università di Milano, curatore del libro con Martino Andreani, Gianfranco De Simone e Alberto Stanchi del libro - e la Calabria, è una delle pochissime amministrazioni regionali che investe molto nel settore universitario. Alle tre principali università, vengono, infatti, dati dalla Regione milioni di euro. Quattrone ha polemizzato sui costi medi standard, che se fossero applicati "porterebbero nelle casse delle nostre università ben 60 milioni di euro in più. Se in Bicocca, Milano, dove come a Catanzaro si studia medicina, arrivano molti più fondi che da noi, pur avendo una produzione identica alla nostra, con tasse per gli studenti notevolmente superiori alle nostre, significa che noi siamo bravi, più bravi di loro. Se Bicocca raggiunge con molti più soldi i nostri stessi risultati allora va male. Noi abbiamo le tasse più basse eppure riusciamo a produrre eccellenti studiosi. Per questo chiedo ufficialmente alla Regione di supportare il ministro Carrozza nella scelta dei costi medi standard e di garantire più borse di studio agli specializzandi. Altrimenti resteremo senza specializzandi in futuro". Del medesimo avviso Crisci. "Il governo, non può tagliare - ha detto - senza fare distinguo, a tutti. Così non si tagliano i rami inutili del sistema universitario. Noi non solo abbiamo le tasse più basse, ma molti a causa del reddito non pagano nemmeno quelle e lo Stato dice sempre che interverrà per sopperire, ma non lo fa mai. E poi, non abbiamo universitari che si iscrivono provenienti dalle altre regioni. Dobbiamo certamente imparare a venderci di più in Calabria, con le nostre eccellenze, ma certamente non abbiamo bisogno di una politica stupida come quella attuata fino ad ora a livello centrale relativamente all'università". "L'università - ha concluso Caligiuri - è il luogo ideale per la produzione culturale. Il sistema degli atenei calabresi, ne sono fermamente convinto, presenta tante opportunità e per questo bisogna puntarci. La Calabria dispone di atenei giovani e abbastanza dinamici che consentono agli studenti di rendere al meglio". (ANSA).