Catanzaro, convegno dei segretari di Comuni e Province sul “codice della trasparenza”
Si è tenuto ieri mattina nella sala conferenze della Casa delle Culture di Catanzaro, davanti ad una folta platea di circa 200 tra segretari, dipendenti di Comuni e Province e amministratori pubblici provenienti da tutta la Calabria, il seminario regionale su “il Piano triennale della prevenzione della corruzione e la sua connessione con gli strumenti di pianificazione dell’ente locali - il ruolo del segretario comunale e dei responsabili dei settori”, organizzato dall’Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali della Calabria in collaborazione con la Provincia di Catanzaro e con l’associazione Coim Idea.
Dopo i saluti del commissario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro e del prefetto Raffaele Cannizzaro, sono intervenuti in qualità di relatori il segretario regionale dell’UNSCP Carla Caruso, il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, l’esperto di enti locali Arturo Bianco, e l’ex segretario generale della Provincia di Catanzaro Domenico Primerano, che ha concluso i lavori mettendo in risalto la necessità dell’attività di controllo per certificare e garantire la correttezza e la trasparenza della PA.
Per il commissario Wanda Ferro la giornata di formazione ha affrontato “un tema di grande attualità, avendo ogni ente nominato il responsabile ed approvato ilpiano triennale della prevenzione e della trasparenza entro il 31 gennaio. La legge – ha spiegato Wanda Ferro - nel complesso reca misure volte a prevenire e reprimere la corruzione e l’illegalità nella Pubblica amministrazione ed introduce nel codice penale modifiche alla disciplina dei reati contro la pubblica amministrazione.
La corruzione, come confermano sia gli studi di organizzazioni sovranazionali, che dal rapporto dell’Unione europea della settimana scorsa, resta un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese. Si tratta di una delle principali cause dell’inefficienza dei servizi destinati alla collettività, del dissesto delle finanze pubbliche, come pure della disaffezione dei cittadini nei confrontidelle istituzioni democratiche. La corruzione, infatti, è causa di ingenti costi economici ma anche sociali, perché determina la compromissione del principio di uguaglianza, minando le pari opportunità dei cittadini, così da rivelarsi fattore di disgregazione sociale.
In questo senso si muove la legge 190, che, per la prima volta, pone le basi per l’attuazione di una politica integrata di lotta alla cattiva amministrazione. Oltre al rafforzamento deirimedi di tipo repressivo, infatti, la legge contempla l’introduzionenell’ordinamento di strumenti di prevenzione volti ad incidere in modo razionale, organico e determinato sulle occasioni della corruzione e sui fattori che ne favoriscono la diffusione.
Negli ultimi mesi si rincorrono norme volte al rafforzamento dei controlli interni, norme sulla trasparenza e sulla prevenzione della corruzione, sulle incompatibilità ed inconferibilità degli incarichi, sulla mancata conclusione dei procedimenti amministrativi, che vedono la categoria dei Segretari Comunali e Provinciali e dei Dirigenti particolarmente coinvolta. Le forze politiche non devono abbassare la guardia.
Noi come amministratori- ha detto ancora Wanda Ferro - diamo gambe a questa legge, la lotta alla corruzione è un tema fondamentale, vale 60 miliardi di euro l'anno, una cifra enorme che sale a 130 miliardi se si somma ai fatturati delle mafie. Siamo in campo per fare anche una battaglia per un'etica pubblica e individuale per una svolta senza la quale non ci sarà rinascita del Paeseanche in termini economici. Serve trasparenza, ma anche sfoltire la giungladelle leggi e regolamenti, serve semplificare perché la corruzione si annida dove ci sono complessità e tempi lunghi, e c’è troppa burocrazia".
Il commissario Wanda Ferro ha quindi colto l’occasione per salutare ufficialmente il dott. Primerano, andato in pensione dopo 40 anni di servizio di cui gli ultimi undici alla Segreteria generale della Provincia di Catanzaro, e lo ha ringraziato “per il lavoro svolto in questi anni al servizio dell’ente intermedio, con grande professionalità, senso del dovere, rigore morale, spirito di servizio, ammirabile impegno e la grande passione per il valore pubblico della funzione, punto di riferimento degli amministratori”.
Per il prefetto di Catanzaro Raffaele Cannizzaro, “il nostro Paese deve recuperare posizioni nella classifica di trasparenza. Per una vera e propria aggressione alla corruzione è fondamentale selezionare la classe dirigente della Pubblica Amministrazione in maniera meritocratica senza lasciare spazio a quelli che si lasciano corrompere. Bisogna puntare sull'aspetto preventivo piuttosto che repressivo della legge 190/2012 ed è importante dare concreta attuazione del piano di prevenzione attraverso la formazione del personale.
Inoltre le regole devono essere poche, chiare ed effettive se si vuole davvero puntare a combattere il sistema della corruzione”. Con la nuova legge anche le Pubbliche amministrazioni “dovranno predisporre un piano anticorruzione contenente una valutazione del livello di esposizione al rischio corruzione e protocolli comportamentali finalizzati a prevenire tale rischio”.
Per Elisabetta Tripodi “il legislatore, ha varato numerosi provvedimenti in quest’ultimo anno (legge anticorruzione, normativa in materia di trasparenza, comportamento del pubblico dipendente, incompatibilità e inconferibilità, Piano nazionale anticorruzione). Una pubblica amministrazione più efficiente ed efficace (e, naturalmente, non corrotta) contribuisce alla crescita economica del Paese.
I provvedimenti normativi non sono, tuttavia, sufficienti per una buona amministrazione locale”. La dott.ssa Carla Caruso ha introdotto la parte tecnica dei lavori, sottolineando che a partire da quest'anno gli Enti Locali sono tenuti, secondo le indicazioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, a promuovere un ciclo della performance triennale “integrato” che comprenda anche gli standard di qualità dei servizi, di trasparenza e integrità, e ingenerale di prevenzione della corruzione.
Pertanto le misure contenute nei Programmi triennali per la prevenzione della corruzione e nei Programmi triennali per trasparenza devono diventare veri e propri obiettivi da inserire nel Piano della performance, la cui attuazione deve essere assoggettata a monitoraggio. E' richiesto conseguentemente a tutti i Segretari Comunali, individuati dal Legislatore come responsabili, di norma, della prevenzione della corruzione, ed a tutti i Responsabili dei Settori, un ruolo sempre più attivo nella programmazione e nell'attuazione delle strategie anticorruttive.
Secondo Artruro Bianco, l’obiettivo del Piano è quello di contribuire alla realizzazione di un sistema di amministrazione fondato su valori etici condivisi, volto all’adozione di procedure e comportamenti interni finalizzati a prevenire attività illegittime o illecite e a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa, con lo scopo di assicurare il miglior soddisfacimento dei bisogni della Comunità di riferimento.
A tal fine è prioritaria l’introduzione di una cultura organizzativa ispirata ad una programmazione fondata sul corretto equilibrio tra bisogni e risorse, sul bilanciamento tra le funzioni politiche di indirizzo e quelle di gestione amministrativa, su un efficace sistema dicontrolli interni e di rendicontazione sociale. E’ necessario pertanto, prosegue il Dott. Bianco, adottare un Piano di prevenzione della corruzione e un Codice comportamentale che non abbiano carattere adempimentale; assicurare la massima trasparenza; organizzare momenti di formazione; implementare la rotazione tra dirigenti e dipendenti. E’ necessario infine regolamentare l’accesso civico.
Primerano, dopo essersi soffermato sui mali che affliggono il paese - criminalità, corruzione, clientilismo e burocrazia – ha auspicato l’assoluta necessità di recuperare l’etica pubblica a fondamento di una buona governance locale Il fine è quello di promuovere un clima all’interno dell’Ente favorevole sia alla realizzazione di un efficace sistema di controlli interni che alla razionalizzazione del processo decisionale, con particolare riguardo alla separazione fra indirizzo e gestione e fra amministrazione attiva e controllo, finalizzata a creare un reale bilanciamento tra le funzioni di indirizzo e controllo politico- amministrativo e quelle di gestione amministrativa, finanziaria e tecnica. I valori essenziali da rinnovare sono i principi di imparzialità, legalità, integrità, trasparenza, efficienza, uguaglianza, responsabilità e giustizia.
“Gli Enti – secondo Primerano - debbono impegnarsi a conformare il loro operato su tali principi, nella consapevolezza che l’adozione di principi etici da parte della pubblica amministrazione serva anche a rafforzare la fiducia di cittadini e imprese nelle istituzioni pubbliche. Governare le strutture privilegiando i valori piuttosto che le regole, non significa prescindere da esse, perché senza la partecipazione del cittadino senza la costruzione di una cittadinanza attiva non si va da nessuna parte”.