Carceri: Dna, poche strutture idonee ad ospitare detenuti 41bis
Servono nuove strutture idonee ad ospitare i detenuti al 41bis. A sottolinearlo è la Direzione nazionale antimafia, che nella sua relazione annuale sottolinea come il numero sempre più elevato di detenuti sottoposti al regime speciale non possa "andare a scapito della qualità del servizio". "In passato - ricorda la Dna - il problema è stato risolto anche grazie all'impiego di istituti penitenziari particolarmente idonei allo scopo di isolare i detenuti dall'esterno, come le carceri dell'Asinara e di Pianosa, anche se deve ricordarsi quali reazioni fortemente contrarie siano state suscitata da più parti in ordine alla paventata possibilità di una loro riapertura".
Del resto, si legge ancora nella relazione, "le strutture che ospitano i detenuti sottoposti al 41 bis sono nate spesso come strutture carcerarie femminili - nate dunque con lo scopo, ben diverso ed addirittura opposto a quello che deve realizzare il regime di cui all'articolo 41 bis di promuovere la socialità tra le detenute - e con le conseguenti difficoltà strutturali che tali istituti hanno nell'impedire le comunicazioni interne alle carceri, nel senso che le celle spesso si trovano sullo stesso corridoio e che tale situazione rende, appunto, molto difficile impedire comunicazioni tra i detenuti, che poi possono essere veicolate in via indiretta all'esterno (ad esempio, attraverso familiari di altri detenuti)".
In sostanza, avvertono gli analisti della Dna, "se l'azione dello Stato sul territorio è vincente essa non può subire rallentamenti per carenze di struttura e proprio nel mondo delle carceri. Anzi, tali strutture devono essere potenziate con maggiori investimenti e la creazione di nuove aree riservate ai detenuti sottoposti al regime in argomento. Il regime deve essere potenziato e mai attenuato, atteso che sul fronte della lotta alla mafia si puo' solo avanzare e non arretrare". (AGI)