‘Ndrangheta: motivazioni Minotauro, in Piemonte i clan calabresi
"È emersa la presenza sul territorio piemontese di una struttura criminale di stampo mafioso, costituita non semplicemente da una serie di soggetti che qui si sono associati e qui hanno iniziato a delinquere, ma per contro da persone che hanno 'importato' tipologie di reati, linguaggi, riti e doti tipici della terra di origine della 'ndrangheta ed operato secondo le sue tradizioni, mantenendo legami stabili con organismi di vertice della 'ndrangheta calabrese". Lo scrivono i giudici del tribunale di Torino nelle motivazioni della sentenza del processo Minotauro sulla 'ndrangheta in Piemonte, concluso con 36 condanne e 37 assoluzioni.
"La 'ndrangheta - si legge nelle oltre 400 pagine di motivazioni - non può più ritenersi solo un insieme di 'locali' o cosche, ma deve essere considerata struttura unitaria di cui queste sono articolazioni territoriali. Le acquisizioni processuali documentano una evoluzione in senso verticistico e unitario della 'ndrangheta che, pur nella persistente autonomia territoriale, concilia il centralismo delle regole organizzative e dei rituali con il decentramento operativo.
Siffatta trasformazione nella continuità- continuano i giudici - dimostra che l'associazione si è adeguata al mutato contesto sociale, anche in relazione ai territori di espansione, riuscendo a coniugare il rispetto delle ataviche tradizioni e regole con le nuove realtà economico finanziarie". (AGI)