Lettere. Giovane Italia: #noicisiamo, l’hashtag della speranza
Riceviamo e pubblichiamo.
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“Julius Evola, filosofo tradizionalista cui è ispirata la carta di fondazione del '54 dei ragazzi della Giovane Italia, recitava: “Noi concepiamo la giovinezza non come dato anagrafico e fatto biologico, ma essenzialmente come attitudine spirituale, come tono e stile di vita. Essa è definita dall'entusiasmo e dalla generosità di chi segue un ideale per solo amore di questo ideale.[…]”
Poco più di mezzo secolo dopo ci troviamo di fronte ad una profonda e complessa crisi di partecipazione e di fiducia, che colpisce principalmente i giovani, nei confronti della politica e delle istituzioni. Sentimento che si acuisce esponenzialmente negli under 20.
Che siano i giovani ad allontanarsi dalla politica o quest'ultima ad alienarsi dai primi fa poca differenza. Resta, comunque sia, un problema fondamentale: i disinteressati, i disaffezionati e i disinformati di oggi dovranno essere gli architetti del domani dell'Italia.
Oggi, purtroppo, la politica si trova alle prese con un grave deficit strutturale ma soprattutto simbolico. Un deficit che riguarda la capacità della politica di dare un volto al popolo sovrano, di dare speranza a chi non ha un lavoro e ancor di più a chi lo perde, di dare sicurezza a chi decide di investire i propri risparmi, di dare trasparenza a chi pretende onesta rappresentanza, di dare sogni da coronare ai giovani.
E' vero, l'establishment della classe politica attuale dovrebbe certamente guardare con necessario, anzi vitale interesse alle prossime generazioni ma è altrettanto vero che gli input per l'attuazione dei tanto invocati ed auspicati propositi di cambiamento e discontinuità devono imprescindibilmente partire proprio da noi giovani. Noi che dobbiamo ritornare ad essere fucina di idee brillanti e coraggiose, noi che dobbiamo assolutamente divenire timonieri di uno shock positivo e non passeggeri dell'immobilismo, noi che dobbiamo, insieme, e sotto la guida di tutti i politici di valore che negli ultimi anni hanno combattuto per un'Italia migliore, superare i diktat gattopardeschi.
Io sono un ragazzo cresciuto in una famiglia semplice in cui di rado si parla di politica; cresciuto sì in tutto il marasma vorticoso dell'ultimo ventennio istituzionale che, a ben donde, ha allontanato e alimentato sfiducia e astensionismo ma che non ha ma ha mai smesso di sbirciare oltre la staccionata, con la fame e la curiosità da fanciullino pascoliano che tutti dobbiamo avere, immaginando come sarà il giorno in cui poserò il piede al di là di essa.
La mia breve, ma non per questo di poco valore, esperienza, propria di un ventiduenne, sui temi più vicini alla società mi ha spinto, con coscienza e arbitrio, ad innamorarmi di una politica democratica, moderata, liberale e liberista che trova il suo leader naturale nell'ultimo vero, grande statista che la storia ci ha donato. Personaggio che da sempre è in lotta con forze conservatrici e opposizioni-a-priori. Tre volte Presidente del Consiglio, sempre eletto dal popolo: Silvio Berlusconi.
I miei interessi, il mio entusiasmo, le mie ideologie, i miei sogni e i miei concetti hanno trovato habitat naturale nel più importante movimento moderato, la Giovane Italia, organizzazione giovanile di Forza Italia capitanata dall'On. Anna Grazia Calabria, collante territoriale tra giovani e politici, sempre attenta al mondo delle attività sociali.
Sono rimasto fin da subito affascinato da esso e ho trovato prima nelle persone di Williams Verta e Francesco Barbagallo, rispettivamente vice e coordinatore della Giovane Italia per la provincia di Cosenza, e in tutti gli altri ragazzi e giovani adulti poi, un gruppo che mi ha calorosamente ed affettuosamente accolto. Un gruppo di persone splendide con cui intrattenere piacevoli e costruttive discussioni e dove affrontare questioni di politica e di disagio sociale senza tralasciare i valori importanti dell'amicizia e del rispetto.
Proprio come deve fare un movimento ben radicato sul territorio che intende avvicinare a sé tutti quei ragazzi che credono fortemente nel significato della politica, intesa come “cosa pubblica, di tutti”, e al tempo stesso convincere, sensibilizzare e coinvolgere tutti quei giovani che hanno perso, o che non hanno avuto mai, entusiasmo, energia e speranza circa l'importanza di costruire un futuro che comincia oggi. Che inizia con il concetto secondo cui il voto elettorale è la più potente arma democratica in nostro possesso, e non va sprecata perché ogni voto è speranza, e quest'ultima non deve morire mai.
La Giovane Italia mi ha dato modo l'opportunità di conoscere esponenti istituzionali del nostro territorio, disponibili verso i problemi dei cittadini. La Giovane Italia mi ha dato modo di percepire un forte messaggio che questo movimento di giovani ottimisti vuole lanciare al Paese: noi ci siamo, siamo pronti, ripartiamo da qui!”
Vincenzo Trotta, coordinatore cittadino della GI Rose
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