Confindustria Vibo: Porto simbolo della possibile inversione di tendenza
“Il sistema portuale di Vibo Marina, con le sue banchine, l’area di retroporto, il suo specchio d’acqua, alla luce del Protocollo siglato tra Amministrazione di Vibo Valentia e Capitaneria di Porto, possono davvero rappresentare un primo, concreto, segnale di inversione di tendenza che porti finalmente alla rivincita del “fare” sul “dire” e del “costruire” sul “demolire”. - Si legge in una nota di Confindustria Vibo Valentia - Un’inversione principalmente di natura emotiva, che fa prevalere lo spirito di rivalsa su quello dell’apatia di una città che è chiamata adesso ad innescare finalmente la fase di ripartenza della macchina della fiducia.
Forse sarebbe meglio dire che rappresenta la prima iniezione di fiducia per la creazione di una rete di protezione per le famiglie, per i cittadini, per le imprese che in questo territorio hanno sofferto sin troppo.
Una rete di protezione contro l’emigrazione per la ricerca di miglior fortuna in altre parti del Paese non solo per le giovani leve, ma anche per una miriade di soggetti, che non intravedono più la possibilità di proseguire la loro vita, il loro progetto di vita, in questo contesto. Il Protocollo d’Intesa siglato, con i suoli limiti e le sue opportunità, consente a chi ne ha ancora le forze, di riappropriarsi delle proprie speranze di poter realizzare investimenti e progetti. – Prosegue la nota - Idee progettuali che dovranno avere la forza di ampliare gli effetti della misura con il rafforzamento dei collegamenti dell’area portuale con le primarie vie di comunicazione interne e con il resto del territorio.
Adesso abbiamo un’ulteriore importante prova da superare, sostenere fattivamente questi processi di investimento, sgomberando dal campo ogni impedimento, principalmente quelli di natura burocratico-amministrativa, che si possa frapporre alla loro effettiva realizzazione.
Non dobbiamo svilire di significato questo importante risultato, ma al contrario, abbiamo collegialmente il dovere di enfatizzarlo, per renderlo elemento di emulazione, seppure a distanza di 39 anni, consci che le regole possono cambiare, che i vincoli possono essere rimossi, che nulla è destinato ad essere immutabile.
Il nostro sistema economico sicuramente subisce, al pari di tutto il contesto nazionale ed internazionale, le difficoltà scaturenti dalla crisi peggiore che si sia registrata a memoria d’uomo. Ma, bisogna ammettere che, in aggiunta ad essa, il contesto locale viene gravato da fattori “interni” di cattiva gestione delle risorse di cui dispone. – Conclude la nota - La firma di questo Protocollo, questa prova di inversione di tendenza, smentisce i pessimisti e obbliga tutti noi ad avere una maggiore responsabilità nella definizione delle migliori precondizioni affinché si possa riavviare un sistema economico locale che, anche prima del 2008, non era certo paragonabile alle aree di migliore attrattività per gli investitori nazionali ed internazionali, ma almeno garantiva un livello, seppur minimo, di vivibilità.”