Cosca Ruga, confiscati beni per due milioni di euro
La polizia di Reggio Calabria ha effettuato stamani una confisca di beni immobili e conti correnti, per un valore di 2 milioni di euro, al 63enne Giuseppe Cosimo Ruga e agli eredi del fratello Andrea, deceduto nel 2011. Gli inquirenti considerano i Ruga come figure apicali dell’omonima cosca di ‘ndrangheta che opera sul versante ionico della provincia, in particolare nei comuni di Monasterace e Stilo.
12:30 | IL PROVVEDIMENTO è stato disposto dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione ed eseguito dalla Polizia di Stato. La Cosca Ruga è considerata molto influente sul versante ionico reggino e ciò sarebbe dimostrato, secondo gli inquirenti, dalle numerose inchieste giudiziarie che avrebbero fatto emergere negli anni le infiltrazioni ed i condizionamenti negli appalti pubblici delle amministrazioni comunali e nelle attività imprenditoriali della zona da parte delle organizzazioni criminali legate alle famiglie Ruga-Metastasio-Loiero-Gallace.
Giuseppe Cosimo avrebbe un passato criminale considerato di spessore e che lo avrebbe condotto al vertice della cosca. Dagli anni ‘70 ad oggi, infatti, è stato raggiunto da condanne definitive per gravissimi reati come l’associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, distruzione di cadavere, estorsione, ricettazione, rapina, evasione, rissa e porto abusivo di armi. Sarebbe l’autore, inoltre, di tre sequestri di persona a scopo estorsivo, compiuti tra il 1975 e il 1982, e questi fatti condannato in tre diverse città: a Torino, Milano e Roma.
Arrestato nell’84 dopo un lungo periodo di latitanza, la Procura di Reggio, con provvedimento di cumulo, ha poi determinato la sua pena in 29 anni di reclusione, di cui 27 scontati ininterrottamente e dal 2010 ad oggi in regime di libertà vigilata.
Come detto, il provvedimento di oggi riguarda anche il patrimonio riconducibile al fratello Andrea, assassinato il 13 Gennaio 2011. Le inchieste giudiziarie che lo hanno riguardato avevano consentito di delineare il suo ruolo di vertice all’interno dell’omonima cosca di mafia, di cui all’epoca era considerato a tutti gli effetti il reggente.
Il Tribunale di Reggio Calabria, accogliendo le risultanze delle indagini patrimoniali, ha disposto la confisca di diversi beni mobili e immobili ed in particolare: un fabbricato a due piani composto da quattro appartamenti, due box ed un magazzino sito in via Lupa di Monasterace; un fabbricato a due piani in contrada Lambrosi di Monasterace; un appezzamento di terreno a Stilo e di circa 25 mila mq; conti correnti. Il valore del patrimonio complessivamente confiscato ammonta a due milioni di euro.