Cei: Galantino, resto anche a Cassano; più ampia rosa presidenza
D'accordo con Papa Francesco, il nuovo segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino, da mercoledì scorso non più a interim ma 'ad quinquennium', resterà anche vescovo di Cassano allo Jonio. Lo ha comunicato lui stesso in conferenza stampa. A una domanda su quanto sarà ampia la rosa dei candidati alla presidenza della Cei da sottoporre al Papa per la scelta del nuovo presidente, se le modifiche allo statuto andranno in questa direzione che risulta maggioritaria tra i vescovi, Galantino ha risposto: "Non è stato deciso, ma molti dicono, ed è l'idea prevalente, 'dopo la votazione in Assemblea portiamo tutte le schede al Papa, in modo che il Papa ci dica 'andate benè o 'vi dico dove dovete andarè".
Galantino ha aggiunto che nella consultazione di base tra i vescovi in merito alle proposte di modifica dello Statuto della Cei "sono emerse opinioni diverse, ora armonizzate tra loro". "Dunque - ha spiegato il segretario Cei - abbiamo orientamenti comuni, ma quello che il Consiglio Permanente ha partorito va ora in Assemblea e il discorso è aperto: in Assemblea potrebbero emergere proposte diverse. In quel caso ci sarà un confronto serio perché non ci sono posizioni preconcette". Tra gli orientamenti del Consiglio Permanente, oltre alla maggiore ampiezza della rosa da sottoporre al Papa (le ipotesi precedenti erano di inviare una terna o addirittura l'elenco dei 15 primi votati) Galantino ne ha anticipato almeno un altro: i vescovi impediti a partecipare all'Assemblea potranno votare per posta alla 'consultazione di basè sui candidati alla presidenza.
"Se io vescovo non mi adeguo a quello che fa il Papa, sto fuori. Posso fare tutte le cerimonie di questo mondo ma sono fuori. Si puo' essere scomunicati sull'ortodossia, ma anche sull'ortoprassi". Ha usato parole durissime il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, riguardo all'ipotesi di una strisciante opposizione alla riforma della Chiesa avviata da Francesco.
Galantino ha fatto un esempio molto concreto: l'attenzione che il Papa ha sollecitato riguardo alle vittime delle mafie, nel recente incontro con 400 familiari promosso dall'associazione Libera di don Luigi Ciotti, e a quelle degli abusi dei preti, con la scelta di inserire una vittima, Mary Collins, nel Consiglio per la protezione dell'infanzia varato sabato scorso.
"Stanno avvenendo - ha spiegato ai giornalisti - alcune cose, sicché ci sono punti di non ritorno. Se io vescovo non mi adeguo sto fuori". Galantino si è soffermato in particolare sulla figura di don Ciotti, che negli anni scorsi non trovava grande accoglienza in molte realtà ufficiali della Chiesa. "Quell'abbraccio lunghissimo di venerdi' scorso con il Papa che lo ha preso per mano è stato un segnale", ha spiegato, rivelando la propria personale amicizia con Ciotti che "dopo l'udienza con il Papa, con la stessa auto è venuto alla Cei dal segretario generale". Il giorno dopo "l'incontro straordinario, bellissimo" di Francesco con i familiari delle vittime c'è stato, ha ricordato, il raduno di 100mila persone a Latina promosso ugualmente da Libera. Alla Chiesa italiana dico: state attenti a queste realtà. Seguire gli stimoli del Papa è il modo migliore anche per svegliare la Chiesa, le frange che hanno passo lento o sono addormentate. La Chiesa - ha concluso il vescovo - è una grande rete, nel bene e nel male".
"Il Papa è stato molto buono, secondo me, a dire che si corrompono solo quelli che stanno lontani dalla gente. Ci sono anche i politici i quali, quando stanno con gli altri fanno un poco peggio: mettono insieme la voglia di corrompersi a vicenda, anzi: fanno un poco a gara, alcuni, a chi si corrompe di piu'". Sono parole del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, che ha evocato "tutta questa gente che dice che non sapeva niente quando gli pagano le case, che non sa niente quando gli fanno fare i viaggi all'estero, che non sa niente quando gli regalano fior di scemenze, che costano pero' tantissimo" commentando, ai microfoni di Radio Vaticana il monito rivolto ieri dal papa ai parlamentari italiani, per i quali ha celebrato in San Pietro.
Secondo Galantino, questi politici "dicono che non ne sanno niente probabilmente perchè non guardano in faccia la gente". Nella conferenza stampa tenuta oggi, il presule ha usato parole ugualmente dure sul tema della collusione tra politica e mafie: "prima i delinquenti cercavano l'aiuto dei politici, ora sono loro stessi che si fanno eleggere". Altrettanto incisivo, monsignor Galantino lo è stato sul ruolo della Chiesa nel nostro Paese. "La Chiesa Italiana - ha detto ancora Galantino - penso che debba servire il Paese recuperando, se cio' fosse ancora necessario, il suo specifico. La Chiesa non è la stampella dello Stato; la Chiesa non è la stampella attraverso le sue organizzazioni per quello che lo Stato non riesce a fare; anzi, la Chiesa deve fare da stimolo perché lo Stato apra gli occhi sui problemi reali e non faccia lo strabico, lo Stato: è uno strabismo pericolosissimo, perché è dovuto non a malattie congenite, perché l'Italia non è così". Galantino ha parlato alla Radio Vaticana di "uno strabismo ideologico pericolosissimo". "E allora se la Chiesa, con grande lealtà, con grande impegno, con grande passione, aiuta lo Stato a de-ideologizzarsi, vuol dire che l'aiuterà anche ad avere uno sguardo sereno e reale sui problemi e sulle speranze che oggi veramente toccano la nostra società. E le speranze e i problemi sono le speranze e i problemi che riguardano le famiglie, sono i problemi e le speranze che riguardano i giovani. Non dimentichiamolo, tutto questo!". (AGI)