‘Ndrangheta: Galantino, la scomunica è stata capita a metà
“È un episodio difficile da giudicare, perché c'è una convergenza di elementi, che rendono particolare questo evento”. Lo dice all'Agi Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, riguardo alla "protesta" dei detenuti di Larino (CB), che non hanno voluto partecipare alla messa dopo la scomunica papale. “Il primo elemento è la vicinanza cronologica tra quello che ha detto il Santo Padre a Sibari, solo 15 giorni fa: chi fa del male non è in comunione con Dio e con la Chiesa, per cui è scomunicato. Questo “inchino” della statua della Madonna alla casa del boss, potrebbe far apparire l'azione come uno sfregio a quello che ha detto il Papa, ma il fatto che sia avvenuto fa capire che la condanna del Papa andava fatta e va recepita”, ha aggiunto Galantino.
“E quello che ha detto il Santo Padre va colto ai diversi livelli” - ha detto il vescovo - “perché è rivolto ai mafiosi ma anche ai fedeli. Chi ha fatto della malavita il suo sistema, chi vuole tutti in ginocchio e pretende di mettersi al posto di Dio, evidentemente è contro Dio”, ha detto Galantino.
“Ma il Papa dice anche, alla gente, di prendere atto che chi si comporta così, può anche andare con i santini o le corone in mano, ma è fuori della Chiesa, sono gesti inutili. Non è la prima volta che la Chiesa lo chiarisce, ma stavolta è stato diretto e immediato”. Ha affermato Galantino.
“Voglio ricordare che la Madonna, come la Chiesa, si inchina davanti alla sofferenza, alla debolezza, non certamente davanti alla malavita e all'arroganza. Perchè dovrebbe giovare alla Chiesa, o al parroco, un gesto di questo genere?. La processione ha una sua ascendenza biblica - dice Galantino - metafora del cammino dell'uomo, e quando si cammina ci si stanca e si fa comunità con gli altri, ed è un voler presentare il Santo alla cittadinanza, ma è anche presentare anche al Santo i bisogni e le attese della cittadinanza. Questo suo significato di coinvolgimento popolare ha portato, nel passato, anche la Chiesa a permettere che fosse organizzata e vissuta dal popolo. Ma oggi, in questo popolo, si inserisce chi, attraverso quel gesto, vuole rifarsi una verginità - sottolinea il vescovo - e questa è una grande contraddizione, perchè magari questi fanno offerte con denaro ricavato succhiando sangue alla povera gente. È un meccanismo di strumentalizzazione dell'emotivita' dei fedeli", dichiara Galantino.
“Si vede che hanno capito bene cosa voleva dire il Papa, ma magari lo hanno capito a metà". È il commento di Mons. Nunzio Galantino. "Il ruolo della Chiesa è quello di dire con chiarezza in che condizione ci si mette facendo alcune scelte ma la Chiesa, contemporaneamente, offre la possibilità di conversione". "La presenza del cappellano nel carcere dice proprio che ognuno è redimibile", conclude Galantino. (AGI)