Manifestazione a Catanzaro dei lavoratori in mobilità
“Continua a creare gravi disagi la situazione dei lavoratori in mobilità nella nostra Regione. Il bacino dei lavoratori, che dopo molti anni di lavoro hanno perso il posto di lavoro in Calabria recentemente e che aspettano un ricollocamanto lavorativo, ammonta ad ormai 32mila persone (la maggioranza hanno dai 30 ai 60 anni), coinvolgendo, nella povertà e nel disagio, insieme ai loro familiari, complessivamente circa 100mila persone”. E’ quanto si legge in una nota dei lavoratori e lavoratrici in mobilità (in deroga) Regione Calabria
“Si tratta - continua la nota - di un esercito di disperati che non vedono, per ora, via d'uscita alla loro situazione e, per l'enorme numero di persone coinvolte, il fenomeno rappresenta una vera e propria emergenza sociale, come una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare da un momento all'altro.
Questi disperati hanno percepito come ultima indennità di mobilità, che spesso ammonta ad una cifra inferiore ai 400 euro mensili, quella di luglio 2013 (alcuni sono fermi ad aprile '13!) ed aspettano, con ansia frammista a rabbia, le altre mensilità arretrate.
Per questi motivi lunedì scorso qualche centinaio di loro si sono recati presso l'assessorato al lavoro della Regione Calabria a Catanzaro, bloccando gli uffici e la circolazione stradale su via Lucrezia della Valle, e, discutendo con i dirigenti dell'assessorato, hanno appreso che per ora l'unica cifra che potrebbe essere disponibile per i lavoratori, dopo una firma attesa da Roma nel mese corrente, ammonta a circa 30 milioni di euro, soldi che basteranno a pagare solo una mensilità arretrata.
I lavoratori hanno chiesto inoltre delucidazioni sui pagamenti per i circa 3000 coinvolti nelle cosiddette politiche attive del lavoro (persone che lavorano da 3 mesi presso enti comunali e provinciali, Asp ed altro) e che dovrebbero percepire 250 euro mensili. Purtroppo anche rispetto a questi emolumenti i dirigenti sono caduti dalle nuvole, asserendo di non sapere niente di tali pagamenti, anche se le cifre sono state messe a disposizoni dalla Regione Calabria per gli enti che hanno aderito alla manifestazione di interesse per i lavoratori in mobilità.
I lavoratori lamentano anche le azioni, per niente incisive, dei sindacati confederali, che sembrano rimasti indietro di molti anni, quando ancora si lottava per ottenere i buoni pasto, non capendo che in questo periodo storico si deve lottare per portare un piatto da mangiare a tavola delle famiglie dei disoccupati, dei precari e dei lavoratori in mobilità.
Per non parlare dei politici locali e regionali, che mostrano disinteresse per la sorte dei lavoratori e che, invece di occuparsi del primo bene comune, che secondo la nostra Carta costituzionale è il lavoro, pensano solo a sistemare parenti ed amici ed a trovare una sistemazione definitiva per la loro carriera politica, prima del previsto crollo finale.
I lavoratori sono certi che, se la situazione si protrarrà per altri mesi e se non si troveranno soluzioni a lungo termine per loro, il disagio sociale porterà a breve a proteste eclatanti ed a gesti estremi, vista la loro disperazione.
Le richieste dei lavoratori in mobilità sono ormai molto chiare: chiedono il pagamento di tutte le mensilità arretrate del 2013, lo sblocco dei pagamenti per le persone coinvolte nelle politiche attive, un accordo con decreto per tutti i lavoratori, compresi quelli prorogati - di cui 15.000 rischiano di essere esclusi dal bacino - per l'anno 2014 e l'istituzione di un tavolo tecnico tra le istituzioni ed i lavoratori per parlare soprattutto di lavoro e di un reale reinserimento lavorativo.
Per questi motivi lunedì 7 aprile alle ore 10 tutti i lavoratori in mobilità si sono dati appuntamento davanti all'assessorato al lavoro per rivendicare con forza i loro diritti, non escludendo manifestazioni ed espressioni di gesti eclatanti”.