L'Avvocatura regionale ricorre contro i provvedimenti adottati dal Cipe per la variante di "Cannitello"
L'Avvocatura regionale, a seguito delle recenti decisioni assunte dalla Giunta in tale direzione, ha presentato ricorso al Tar del Lazio ed alla Corte Costituzionale contro il Governo, ciascuno per le proprie competenze, relativamente alla decisione di realizzare la variante "Cannitello" in territorio della provincia di Reggio Calabria.
In sostanza - informa una nota dell'Ufficio stampa della Giunta - con Delibera Cipe 83/06, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, approvò il progetto per la realizzazione della variante di "Cannitello", individuando quale soggetto aggiudicatore RFI, con il parere della Regione che si espresse in favore sempre che l'opera "non fosse condizione essenziale alla realizazione del Ponte sullo Stretto, ma servisse soltanto a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria".
Oggi, a tre anni di distanza, il Cipe, con delibera 77/09, scrive l'Avvocatura, "effettua una diversa individuazione del soggetto aggiudicatore (oggi Stretto di Messina spa) sul presupposto che "l'intervento è connesso e complementare il progetto del Ponte sullo Stretto". Con il ricorso al Tar, quindi, la Regione chiede l'annullamento della delibera Cipe numero 77/09. Alla Corte Costituzionale si ricorre, invece, per il conflitto di attribuzione sorto a seguito della Delibera Cipe 77/09, nonché del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.