Presentazione libro “Le quattro giornate di Catanzaro”
Non sono molti a sapere che, vent’anni prima dei più famosi e celebrati moti di Reggio, furono i catanzaresi a scendere in piazza per la questione del capoluogo. Siamo nei primi anni del dopoguerra e la Costituzione dava mandato di istituire le Regioni: sebbene in sordina, il dibattito su come organizzare questi nuovi enti cominciava perciò ad animarsi lungo lo Stivale.
La scelta del capoluogo non poteva essere casuale o forzata ma rifletteva, dovunque, indicazioni provenienti soprattutto dalla storia dei luoghi; sicché per la Calabria si attendeva l’ufficializzazione di Catanzaro quale capitale regionale, così come confermato nel 1949 da un’apposita relazione governativa, la Donatini-Molinaroli, la quale concludeva che “tutta una lunga confluenza di eventi hanno portato gradualmente a far divenire di fatto capoluogo della regione la città di Catanzaro”.
Nonostante le Regioni fossero ancora di là da venire, si avvertivano nell’immediato dopoguerra dei contrasti su tale scelta. Infatti i reggini iniziarono a mostrare qualche disappunto; ma poiché la Donatini-Molinaroli fu artatamente messa da parte le cose sembravano apparentemente acquietate, salvo indurre i catanzaresi di quella generazione a scendere in piazza per pretendere chiarezza e perentorietà nelle scelte istituzionali.
I fatti avvennero durante quattro giornate di rivolta, dal 25 al 28 gennaio del 1950. Oggi, “Le quattro giornate di Catanzaro”, interessante opera di Alessandro De Virgilio edita da Rubbettino, per la prima volta tratta in maniera organica, completa ed esaustiva le vicende di quella che – a nostro modo di vedere – non fu soltanto una ribellione, e soprattutto non lo fu in termini di commistioni con ambienti malsani: fu, semmai, una reazione genuina nata in seno all’ambiente intellettuale locale per salvaguardare la dignità, lo status e il bagaglio di valori provenienti dalla storia cittadina.
La ricostruzione meticolosa operata da De Virgilio, la sua rigida indagine giornalistica, la precisione della narrazione e soprattutto l’aver tolto dall’oblio questi episodi importanti, hanno indotto il nostro Movimento a organizzare una presentazione di questo libro e con esso riportare alla luce un pezzo di storia della nostra amata città.
Fra l’altro, il testo ha il pregio di non cadere nella contrapposizione fra territori ma argomenta con obiettività sui fatti accaduti, non senza trovare tra le righe un pizzico di frustrazione nel dover registrare come la generazione di catanzaresi compresa tra l’unità d’Italia e il secondo dopoguerra fosse civicamente e politicamente più adeguata ad innalzare la città a dispetto della generazione seguente che, paradossalmente proprio dopo l’ufficializzazione dello status di capoluogo, non ha saputo cogliere l’eredità di quegli uomini, avendo, al contrario, sprecato l’occasione per dare contenuti concreti e di progresso al territorio.
Se ne discuterà, assieme all’autore, giovedì 10 aprile alle ore 17,30 presso il Comune di Catanzaro, in un incontro moderato da Aldo Ventrici e con gli interventi, fra gli altri, di Bruno Gemelli e di Filippo Veltri.