Confartigianato, Lucà: “Il nuovo decreto sul lavoro rischia di essere un’occasione sprecata”
“Il Decreto sul lavoro rischia di essere un’occasione perduta se saranno confermati gli emendamenti approvati il17 aprile, che non rappresentano certo il ‘nuovo corso’ tanto declamato. - È quanto afferma in una nota Salvatore Lucà, segretario generale di Confartigianato Crotone - In particolare, la sanzione che prevede la trasformazione in contratti a tempo indeterminato dei contratti a termine eccedenti al 20%, addirittura dalla prima stipulazione, è anzi la riconferma delle logiche che hanno caratterizzato in questo Paese tutte le norme penalizzanti per le assunzioni.
In una Nazione come la nostra, con un tasso di disoccupazione record ed avvilente, è controproducente continuare a ingessare ogni tentativo di stimolare assunzioni con contratti a termine, cioè con contratti di lavoro subordinato garantiti dalla legge e dalla contrattazione. Anche le disposizioni sul diritto di precedenza vanno in questa direzione. Inoltre le nuove norme, tese a disciplinare il periodo transitorio, produrranno l’effetto di riaprire tutti i tavoli contrattuali prima della normale scadenza dei contratti nazionali, con il rischio di avviare lunghe e complesse vertenze sindacali che danneggeranno le imprese e la creazione di nuova occupazione. – Prosegue la nota - Sull’apprendistato, è stata reintrodotta la percentuale di conferma, misura che non incentiva e non semplifica le assunzioni. Viene da chiedersi se in Italia si vuole davvero che le imprese possano finalmente assumere senza dover sottostare sempre e comunque al rischio di sanzioni e contenziosi, considerato quanto accade in questo settore ogni qualvolta si tenti di semplificare.
In merito alla attività politica regionale, ribadiamo e chiediamo ancora una volta che sarebbe il caso di rendere la nostra Regione appetibile per investimenti e nuove intraprese anche da fuori. Dal momento che la nostra Calabria sarà ancora destinataria di importanti risorse finanziarie europee, si riprogrammino per bene i fondi in arrivo e si riservi una cifra importante per un credito di imposta sulle assunzioni e sugli investimenti. Riteniamo che solo allora la politica nostrana potrebbe ben dire di aver fatto il proprio dovere, certo non restituendo da sempre a Bruxelles ingenti risorse non spese. Non è proprio il momento di attuare più misure clientelari, un credito di imposta stimolerebbe seriamente le assunzioni e gli investimenti oltre che della nostra imprenditoria anche da quelle Regioni che non hanno a disposizione risorse come noi. – Conclude Lucà - Una volta tanto cerchiamo di non farcì del male e pensiamo concretamente ad aumentare il nostro pil e la capacità di creare nuova occupazione.”