Cisal, eliminare la vicepresidenza per il Consiglio di Stato è anticostituzionale
A circa 2 anni di distanza dall’abrogazione della legge sulla vice dirigenza avvenuta com’è noto nel 2012, il Consiglio di Stato (con ordinanza n. 1918 del 16 aprile 2014 della IV Sezione), ritenendo che questa norma contenesse elementi di illegittimità, ha deciso di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale, affinchè valuti e decida in merito.
Lo avevamo detto, ha affermato Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri, Sicurezza e P.C.M., della Cisal.
Il Sindacato di via Torino ha sempre creduto (ci credeva, ci crede e ci crederà in futuro) che questo colpo di spugna sui diritti di circa 10mila funzionari pubblici - che con dedizione, elevata competenza e professionalità, svolgono il proprio lavoro - fosse non solo una profonda ingiustizia, ma anche una decisione illegale in quanto lesivo di diritti costituzionalmente tutelati.
Non solo Cisal lo ha sempre creduto e sostenuto a gran voce. Ne è sempre stata convinta così tanto da avviare – contro tale provvedimento considerato un vero e proprio “scippo” verso i diritti di questi lavoratori - un ricorso presso la Corte Europea.
Questa decisione del Consiglio di Stato, che ha di fatto “bocciato” tale cancellazione – ha chiosato la Saraceni - è, quindi, una grande vittoria, sia di chi (la Cisal) con convinzione ha sostenuto si trattasse di una prevaricazione della giustizia e del diritto, ma soprattutto di tutti quei lavoratori che l’hanno subita.
Il provvedimento assunto dal Consiglio di Stato riapre, quindi, un discorso sul quale il governo Monti sembrava aver messo una pietra tombale.