Truffa al servizio Sanitario, 83 medici segnalati in tutta Italia: due i casi in Calabria
Un danno erariale pari a quasi 600 mila euro e due medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui uno denunciato anche alla magistratura ordinaria. Ci sono anche due professionisti calabresi coinvolti nel maxi blitz della Guardia di Finanza di Roma che, scattato stamani, avrebbe accertato una presunta truffa al Servizio Sanitario Nazionale e portato alla denuncia, alla Corte dei Conti, in tutta Italia, di ben 83 medici, 48 dei quali segnalati alla magistratura per altri reati penali, e a proporre il sequestro per equivalente di beni per 2,9 milioni di euro.
Agli indagati, dipendenti di diverse aziende sanitarie, viene contestato il danno erariale: secondo i finanzieri i professionisti, autorizzati dalle As locali all’attività libero professionale intramuraria, avrebbero indebitamente percepito emolumenti (a titolo di indennità di esclusività, retribuzione di posizione variabile e retribuzione di risultato) violando il vincolo del rapporto esclusivo stabilito nei confronti della pubblica amministrazione.
IN PARTICOLARE, sarebbero stati segnalati alla Corte dei Conti 83 dirigenti medici per danno erariale, 48 quelli denunciati per l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato e, in alcuni casi, di peculato per “aver trattenuto illecitamente - sostengono gli inquirenti - somme in realtà spettanti alle aziende sanitarie di appartenenza”. Il danno constatato ammonterebbe ad oltre 5,9 milioni di euro e sono state richieste misure interdittive nei confronti di 10 dirigenti medici; la segnalazione di 33 società e 45 persone all’Agenzia delle Entrate come committenti degli incarichi conferiti indebitamente ai dirigenti medici pubblici, con sanzioni per oltre 1,2 milioni di euro.
L’ATTIVITÀ ISPETTIVA ha riguardato 18 regioni e 65 province ed stata condotta dai Reparti della Gdf territorialmente competenti. I comportamenti censurati sono stati realizzati principalmente attraverso il mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici pubblici, autorizzati alla pratica di attività libero-professionale intra moenia, in relazione all’assunzione di incarichi extraprofessionali non preventivamente autorizzati dall’Ente di appartenenza; al contestuale impiego presso altre strutture sanitarie private, già convenzionate con il servizio sanitario nazionale; l’indebito introito di somme che, proprio in ragione dell’attività libero professionale intramuraria espletata, dovevano essere versate nelle casse della struttura sanitaria pubblica.
In particolare, nelle regioni Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Campania e Lombardia sono stati riscontrati i maggiori picchi di irregolarità. Nel Lazio: un danno erariale pari a 1.379.746,27 euro, 14 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 8 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Puglia un danno erariale pari a 942.048,20 euro, 9 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 6 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Calabria un danno erariale pari a 593.959,81 euro, 2 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 1 denunciato anche alla magistratura ordinaria; in Toscana un danno erariale pari a 514.462,78 euro, 6 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 4 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Campania un danno erariale pari a 443.098,65 euro, 7 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 3 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Lombardia un danno erariale pari ad 433.975,72 euro, 9 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 8 denunciati anche alla magistratura ordinaria.
L’operazione è stata condotta dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie del Corpo che ha sviluppato un’analisi di rischio su dati forniti dalle strutture sanitarie pubbliche (Aziende Sanitarie Locali ed Aziende Ospedaliere).