Concluso il primo Festival Pianistico “Città di Crotone”
Con il concerto della pianista Lorena Gaccione, Sabato 3 maggio presso l’Auditorium del Liceo Musicale “O.Stillo” , la Società Beethoven ha concluso il primo Festival Pianistico “Città di Crotone” , che ha visto la presenza di 10 esecutori che hanno presentato un vastissimo programma dedicato alla letteratura pianistica.
Un programma, quello presentato dalla Gaccione, che pur eseguendo solo due autori, L.V.Beethoven – “Sonata op. 2 n. 3” e F.Chopin – “4 Ballate op. 52 n. 4” e Andante spianato e grande Polacca brillante, racchiudeva in se due grandi secoli artistici durante i quali l’evoluzione tecnica virtuosistica e la grande produzione di composizioni ne hanno fatto del pianoforte lo strumento principe per eccellenza.
E la Gaccione ha ampiamente onorato una grande tradizione virtuosistico interpretativa.
Tecnica granitica e corposa ma ricca allo stesso tempo di grande morbidezza tanto che la lettura dei brani presentati, sembrava sgorgare direttamente da un testo poetico musicale come un distillato elisir concettuale.
Una duttilità interpretativa che chiudendo molto all’interprete non lascia minimamente delusi gli ascoltatori.
Un Beethoven quello presentato dalla Gaccione improntato a un tipo di virtuosismo pianistico quanto mai lontano dalla scrittura dei classici viennesi e invece molte affine alla tecnica robusta e vistosa di Muzio Clementi.
All’euforica estroversione del primo tempo, la Gaccione, ha contrapposto l’assoluta interiorità dell’Adagio, stupenda pagina turbata; solo nella parte centrale, dall’oscura inquietudine di una melodia sincopata e protesa nell’estrema zona acuta della tastiera.
Nella Ballata di Chopin invece la Gaccione ha saputo cogliere e trasmettere ad un pubblico numeroso e rapito, il carattere più propriamente romantico, nella compresenza di tutti gli elementi tanto tipici del genere quanto di solito impiegato isolatamente; da quello narrativo a quello fantastico da quello epico a quello lirico, il tutto in una impercettibile oscillazione di sfumare sempre più determinanti.
Nell’esecuzione della Ballata l’artista sembrava voler far rivivere quanto il “Novalis” scrive a proposito della musica chopeniana “ …esprime la speciale disposizione del cuore umano a sentirsi felice tanto nel sacrificio quanto nel godimento, tanto nel sogno quanto nella realtà, la sua musica è una poesia che da la preferenza al presagire piuttosto che al sapere, la poesia che sorride e canta anche tra le lacrime” .
L’andante spianato concepito inizialmente come un notturno, per il suo tono sentimentale e crepuscolare, esplode però con quel fuoco ritmico di trascinante ardore, tipico della polacca chopeniana, nella quale il virtuosismo ha un ruolo di primordine ed appartiene allo Chopin più autenticamente sincero e coerente con se stesso.
Un concerto molto bello che ha concluso un percorso pianistico in un crescendo continuo.