Senza casa occupano edificio scuola a Cosenza
Militanti del comitato spontaneo "Prendo casa" hanno occupato una scuola, a Cosenza. Si tratta dell'edificio della ex scuola Don Milani, a Portapiana, nel centro storico. L'edificio è stato occupato da coloro i quali abitavano nell'istituto religioso del Sacro Cuore del Verbo Incarnato, su corso Mazzini, sgomberato qualche giorno fa. Sul posto ci sono le forze dell'ordine. (AGI)
IL COMMENTO DEI MANIFESTANTI
h 17:12 | “Dopo l'operazione militare, guidata dalla digos e operata dai reparti speciali di polizia e carabinieri, che 10 giorni fa ha messo sulla strada 50 persone, tra cui decine di bambini, ritorniamo ad occupare uno dei tanti immobili pubblici chiusi che in questa città, come nel resto del paese, sono destinati all'incuria o alla cartolarizzazione.” È quanto scrivono in una nota i militanti del comitato spontaneo "Prendo casa".
“Il 15 maggio procura e questura hanno voluto dare una prova di forza contro le occupazioni ammantandosi dietro la retorica del ripristino della legalità e il suggello della proprietà privata, cercando di scoraggiare la determinazione di chi ha deciso di non delegare più la propria esistenza alla politica ed alle logiche clientelari, ma di riprendersi tutto quello che gli spetta a partire dal diritto alla casa.
Nelle nostre orecchie – affermano i manifestanti - ancora rimbomba l'eco delle urla di terrore che si levavano ad ogni colpo di mazza contro il portone di via Minzoni, sotto gli occhi ci sono ancora le immagini di un palazzo che fino a poche ore prime era stato “casa” e che scendendo dal quel tetto trovammo completamente devastato: porte sfondate, armadi fatti a pezzi con la motosega, ogni cosa per aria. Una violenza spropositata per dire a poche decine di persone che le “pie” sorelle rivolevano la loro proprietà a qualsiasi costo e che il piano casa Renzi stava diventando legge.
Se con questa operazione e le denunce credevano di intimorirci e scoraggiarci hanno fatto i conti senza i bisogni e la determinazione della gente che è stata messa per strada senza nessuna soluzione reale.
L'occupazione di oggi – concludono i militanti - rilancia prepotentemente un bisogno che si moltiplica quotidianamente nella nostra città e che per le donne e gli uomini sgomberati dall'ex istituto religioso viene prima del pane. Le lotte non si arrestano, andiamo avanti.”