Rete capillare per la salvaguardia dei beni culturali. La proposta al convegno promosso dal Ministero
L’Umbria, l’Abbruzzo e l’Emilia; prima ancora c’era stata l’Irpinia: negli ultimi decenni le emergenze hanno messo in luce un’urgenza non più rinviabile, quella di una rete capillare che possa fronteggiare simili situazioni e salvaguardare i beni culturali.
Una sfida che il MiBACT ha deciso di affrontare coinvolgendo le Direzioni regionali, e coordinando un programma apposito insieme a numerosi soggetti e istituzioni, vari livelli di governo, oltre al volontariato e al terzo settore.
Rientra nei punti di questo piano anche l’incontro tecnico che si è svolto nella sala conferenze del Parco Scolacium a Roccelletta di Borgia. Organizzata dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Calabria, la giornata dei lavori, moderata dal responsabile Salvatore Patamia, ha potuto contare su un nutrito parterre di convenuti, ma prima ancora di alcuni illustri relatori, a partire dal prefetto Fabio Carapezza Guttuso che ha illustrato l’attuale situazione e le attività dell’Unità di crisi – coordinamento nazionale: “Con le emergenze de L’Aquila, di Assisi, ma anche di Mormanno, si è imposta la necessità di un dialogo che sia il più tempestivo possibile, che permetta di muoversi correttamente in quella che è la galassia dell’intervento”.
Rispettare i proprietari dei beni, conoscere la loro esatta collocazione e descrizione, ipotizzare centri di raccolta momentanea, quantificare subito la portata dei danni per riuscire a intercettare altrettanto velocemente i fondi straordinari, “perché l’emergenza rischia di essere superata sempre da un’altra emergenza”. Sono alcuni dei momenti chiave dell’intervento che non si limita all’immediato post-calamità, ma che è fondamentale anche nel momento della ricostruzione: “Di fronte alle macerie – ha spiegato Carapezza – che si fa? Non sono tutte uguali e bisogna sapere se lì c’è un Cimabue”.
A illustrare la struttura dell’Uccn, con le relative unità di rilievo dei danni al patrimonio, di coordinamento tecnico degli interventi di messa in sicurezza, dei depositi temporanei e del laboratorio di pronto intervento, è stato Paolo Iannelli: “L’emergenza si gestisce se si gestisce già l’ordinario”, ha affermato, ribadendo come nulla può essere lasciato al caso. Un esempio pratico lo ha riportato quindi il soprintendente per i Beni e le attività culturali e paesaggistiche di Cosenza Catanzaro e Crotone Luciano Garella: “Il sisma di Mormanno del 2012 ha dimostrato la necessità di lucidità nell’intervento – ha detto -, insieme alla definizione di procedure più determinate”. Condizioni fondamentali per una terra come la Calabria “che in quanto a dissesto idrogeologico non si fa mancare nulla”.
“Dopo quanto accaduto a Soverato, Catanzaro ha posto un’attenzione particolare alle situazioni a rischio, ma non è abbastanza”, ha ammesso il vice prefetto di Catanzaro Osvaldo Caccuri che si è soffermato proprio sul rapporto sempre più funzionale e meno gerarchico delle Prefetture, che lavorano a stretto contatto con le altre strutture. Basilari per la messa in pratica di ogni operazione sono poi gli apporti dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri, le cui attività in merito sono state esposte rispettivamente da Roberto Fasano e dal maresciallo Francesco Leone.
Altro ruolo importante è quello della Cei in quanto proprietaria dei beni culturali ecclesiastici, sulla cui archiviazione informatizzata si è soffermato Paolo Martino.
A concludere le relazioni, seguite da un vivace dibattito con i presenti, ci sono stati gli interventi di Paolo Scarpitti, sul ruolo degli Istituti centrali del MiBACT, e di Antonella Negri, che ha definito la primaria importanza della conoscenza della consistenza e dislocazione del patrimonio culturale colpito: cruciale può essere la parte giocata da “Vincoliinrete.beniculturali.it”, il progetto online che integra i dati dei Sistemi informativi Carta del rischio, Beni tutelati, Sitap e Sigec Web, con funzionalità di ricerca dei beni sia di tipo alfanumerico che cartografico, perfetta per la localizzazione degli stessi.