L’assessore Caligiuri in visita ai tesori della basilica della Madonna Nera di Seminara

Reggio Calabria Tempo Libero

L'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha visitato il tesoro della Basilica della Madonna nera di Seminara. Accolto dal vescovo della Diocesi di Oppido-Palmo Francesco Milito e accompagnato dal curatore Domenico Scordo e dal presidente della Pro loco Santo Gioffrè, Caligiuri ha potuto ammirare le opere custodite all'interno di questo interessante contenitore culturale inaugurato lo scorso mese di febbraio.

Caligiuri ha detto che "siamo di fronte alla Calabria migliore: quella della fede e della cultura". La visita e' iniziata con la Sala amaranto, dove sono custoditi gli argenti del Seicento e del Settecento di scuola messinese e locale, unitamente a ceramiche e figure di cartapesta di un presepe di inizi del Novecento.

Di particolare interesse le teste della Varia di Seminara, il crocefisso ligneo di scuola toscana del Quattrocento e i reliquari seicenteschi di Sant'Elia il giovane e San Filareto, che davano il titolo al monastero imperiale fondato a Seminara dai monaci basiliani.

Si è poi proseguito nella Sala blu, dove si è ammirato uno dei più antichi archivi storici della Calabria, con una bolla papale di Papa Leone XIII e con oltre 200 pezzi e pergamene dal 1605 in poi. Nella stessa sala si sono potuti ammirare un ritratto secentesco del beato Angelo d'Acri e una tela centinata di Giovanangelo d'Amato che rappresenta l'Immacolata Concezione.

Nella terza e ultima sala, detta "del trono", si sono ammirati gli ori e gli argenti della Madonna nera di Seminara, unitamente a paramenti sacri con lo stemma della famiglia Spinelli-Caracciolo, feudatari di Seminara e di Cassano.

Le tra sale sono collegate da un corridoio nel quale è esposta una collezione di marmi dal Cinquecento al Settecento, tra i quali spiccano una lapide del 1774 che descrive la genealogia della famiglia Franco e un'iscrizione funeraria che racconta la vita del beato Leone che fondò il Monte di Pietà a Seminara nel 1584.

Finora oltre tremila visitatori, provenienti anche dalla Spagna e dalla Svezia, hanno visitato questo "scrigno di fede", così definito dal vescovo Milito.