Amianto, seminario Arpacal a San Basile
“Dai risultati ottenuti si desume che il 50% del MCA (Materiali contenenti amianto) deve essere sottoposto a bonifica e il restante 50% deve essere rimosso ed avviato allo smaltimento secondo le procedure previste dalla normativa vigente; in particolare, per tutte le coperture e le canne fumarie si deve provvedere alla bonifica mediante operazioni di incapsulamento o confinamento o rimozione, i serbatoi idrici, altresì, devono necessariamente essere rimossi in quanto potenziali fonti di inquinamento di amianto di fibre aero-disperse in ambiente indoor; i rifiuti, infine, dovranno essere rimossi e smaltiti”. E’ questo uno dei tratti salienti del report conclusivo che il Centro Geologia e Amianto dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) ha realizzato a conclusione del protocollo d’intesa con il Comune di San Basile, in provincia di Cosenza, per la rilevazione e l’accertamento della presenza di amianto nel centro abitato e nelle aree limitrofe, sulla base delle informazioni contenute nelle schede di auto notifica presentate dai cittadini su iniziativa ed invito dello stesso Comune.Il report,contiene anche le schede dei siti individuati e, quindi, valutati dai tecnici dell’Agenzia ambientale calabrese. La procedura seguita, infatti, ha previsto una prima valutazione dei dati forniti dall’Ufficio tecnico comunale e la successiva programmazione delle attività e azioni conseguenti. L’Arpacal ha, quindi, effettuato sopralluoghi volti al riscontro della presenza di materiali contenenti amianto (MCA) mediante verifica visiva, campionamenti e analisi di laboratorio. La campagna di monitoraggio e controllo è stata realizzata in un arco temporale compreso tra la fine dell’anno 2011 ed il mese di settembre 2013.Il campionamento dei materiali massivi è stato eseguito secondo le procedure e le modalità riportate nel D.M.06/09/1994, che prescrive le procedure di prelievo di una piccola aliquota di materiale sufficientemente rappresentativa che non comporti alterazioni significative dello stato del manufatto. Presso il Laboratorio di Ultrastrutture del Centro Geologia e Amianto, diretto dalla dr.ssa Teresa Oranges, sono stati analizzati un numero complessivo di 39 campioni prelevati durante i sopralluoghi. “Sono state impiegate – dichiara la dr.ssa Oranges - le tecniche analitiche della Microscopia Elettronica a Scansione (SEM) con Microanalisi in dispersione di energia (EDS) e della Microscopia Ottica (MO) con lo stereo-microscopio per l’indagine preliminare. I campioni “tal quali” sono stati osservati allo stereo-microscopio per una prima descrizione, a cui sono seguite, dopo opportuna preparazione (metallizzazione con Au e /o grafite ) le analisi al microscopio elettronico a scansione per la rilevazione e la classificazione dell’amianto presente nei materiali”.Sul totale di 39 campioni di materiale analizzati, 38 hanno confermato la presenza di amianto, individuandone due tipologie: AMOSITE (serie mineralogica degli anfiboli) e CRISOTILO (serie mineralogica del serpentino). Lo Stato di conservazione dei manufatti, variabile da discreto a pessimo, ha determinato il Centro di Geologia e Amianto di suggerire al Comune 19 interventi di bonifica ed altrettanti di interventi di rimozione e smaltimento.