I giovani imprenditori di Confindustria Calabria alzano il volume

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"Demoskopika ha diffuso nei giorni scorsi alcune rilevazioni dalle quali emerge una diminuzione dei giovani imprenditori under 30 negli ultimi 5 anni in Calabria, un dato importante ma da leggere alla luce della crisi economica che ha investito tutta l’Europa proprio dal 2008/2009. Un altro dato dello stesso studio appare più illuminante: il 58,3% degli imprenditori calabresi si colloca nella fascia tra i 36 e i 40 anni. Questo vuol dire che la maggioranza degli imprenditori è di fatto giovane. " E'quanto affermano i giovani di Confindustria Calabria.

"Ne è una conferma - continua la nota -la vitalità del Gruppo Giovani di Confindustria, una realtà associativa attiva e dinamica, che si è imposta all’attenzione nazionale per le sue capacità, la carica innovativa e la portata delle proposte. “I Giovani Imprenditori di Confindustria Calabria sono donne e uomini che da soli tengono in piedi l’economia calabrese, e soprattutto, rappresentano la grande speranza per il futuro economico di questa regione” sostiene Mario Romano, Presidente Regionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Calabria. Nonostante la giovane età vantano una media di 20 anni di esperienza sul campo unita alla forza dirompente dell’innovazione. La ricetta di Mario Romano è racchiusa in un trinomio che sintetizza le nuove sfide dell’imprenditoria: formazione, innovazione e responsabilità.

Formazione prima di tutto, sia degli imprenditori sia dei collaboratori, perché bisogna rispondere in modo nuovo all’esigenza di aggiornamento e crescita professionale e manageriale, la formazione professionale tradizionale infatti ha miseramente fallito e l’alternanza scuola lavoro è il modo giusto per permettere ai giovanissimi di entrare nelle aziende e acquisire una nuova cultura d’impresa fatta di merito, qualità e professionalità, mettendo al bando clientelismo e scorciatoie facili. Innovazione è la parola d’ordine, innovazione tecnologica, di prodotto, di processo ma soprattutto di pensiero e di mentalità, per poter competere a livello globale mantenendo i plus che hanno fatto del Made in Italy un marchio vincente a livello planetario. Responsabilità infine perché un imprenditore è legato al proprio territorio, ha una missione sociale che viene prima e va oltre il dato economico e la potenza finanziaria. Gli imprenditori creano lavoro, benessere e ricchezza, presupposti della crescita democratica, culturale e umana delle persone e dei popoli di ogni nazione.

Il “passaggio generazionale” all’interno delle aziende calabresi sta avvenendo in maniera positiva, in alcuni casi con una sorta di convivenza generazionale in cui viene fatto tesoro di quanto di positivo è stato fatto e non c’è rottura traumatica tra vecchio e nuovo, fra tradizione e innovazione. I G.I. di Confindustria non hanno aspettato nessuno per mettere in piedi il proprio business o sviluppare l’esistente: la quasi totalità dei bandi di finanziamento pubblico degli ultimi anni si è risolta in un nulla di fatto, e le risorse non sono mai state erogate. Fumo negli occhi, da parte di una classe politica capace di raggiungere incredibili risultati “virtuali”, facendo credere possibili cose che poi non si sono minimamente realizzate. La maggior parte di chi ha fatto impresa tra i giovani lo ha fatto solo grazie alle proprie capacità e con le proprie forze, senza ricevere un euro dallo Stato. I finanziamenti a pioggia sono uno storico fallimento in Calabria: enormi risorse sprecate, fagocitate da mostri come corruzione, clientelismo, incompetenza e criminalità organizzata. Mario Romano sostiene che “Per le aziende sane e che pagano le tasse i finanziamenti sarebbero certamente uno strumento utile, se fossero reali e fossero dati alle aziende meritevoli, ma in ogni caso non sono l’elemento principale per fare impresa, l’elemento principale è la capacità imprenditoriale, che vuol dire capire cosa vuole il mercato, capacità di innovare la propria offerta e avere idee in grado di tradursi in qualcosa che sia produttivo. Quello di cui i giovani imprenditori hanno bisogno oggi è un fisco più equo e una burocrazia più leggera”.

Quanto fatto finora dal governo è positivo, ma non basta, c’è bisogno di interventi incisivi, in primis di un abbattimento della pressione fiscale di almeno 20, 30 punti percentuali e la semplificazione della giungla burocratica, un territorio sconfinato che ingoia le aziende in procedure infinite. Mario Romano sintetizza con una frase: “La burocrazia blocca le aziende, la pressione fiscale le distrugge”. L’altro aspetto da riformare è l’altissimo costo del lavoro, che impedisce nuove assunzioni e deprime i percorsi di carriera all’interno delle aziende, le quali devono poter essere messe nelle condizioni di aumentare gli stipendi in modo da motivare i lavoratori e far salire i consumi. Oggi la ripartenza del Paese può iniziare dal sud, il divario tra la cultura imprenditoriale del nord e del sud è stato colmato e la crisi ha azzerato molte delle distanze. Se consideriamo che i calabresi sono storicamente abituati ad andare avanti nonostante le difficoltà, si intuisce come questa parte del Paese possa giocare un ruolo centrale nei prossimi anni. La Calabria ha una posizione strategica nel Mediterraneo, è il cuore del Mare Nostrum e dell’Europa del futuro, alle porte dell’oriente e del continente africano, mercati emergenti e in grande dinamismo. Una Calabria forte e sviluppata conviene a tutta l’Italia.

Un esempio di questo approccio pragmatico è costituito dal recente programma di collaborazione sinergica attuato dai G. I. di Confindustria Calabria e Costa Crociere. La più importante azienda turistica italiana e la prima compagnia di crociere d’Europa ha chiesto aiuto e collaborazione ai Giovani Imprenditori di Confindustria per implementare il proprio programma di scali ed escursioni nella regione, e i G.I. hanno visto in questa richiesta una chance di business per tutto il territorio. Tra gli obiettivi dichiarati da Romano c’è un contributo forte a destagionalizzare i flussi turistici e a riversare a terra i benefici economici dell’arrivo di una clientela di crocieristi di alto livello. Un lavoro coordinato a livello regionale per far diventare i crocieristi “ambasciatori del brand Calabria” come li ha definiti Mario Romano. Un modello calabrese che sta per essere esportato nelle altre regioni. Tutto questo fa parte della visione dei Giovani Imprenditori di Confindustria Calabria, che non hanno bisogno di misure speciali o stra-ordinarie, ma chiedono essenzialmente condizioni di normalità per fare impresa. In Calabria - concludono i giovani di Confindustria - esistono aziende che nonostante le difficoltà e gli ostacoli, resistono e in molti casi addirittura aumentano il fatturato, questo vuol dire che abbiamo nella nostra regione un potenziale imprenditoriale che è il fiore all’occhiello della Calabria.