Siderno e lotta alla ‘ndrangheta. Molinari (M5S): eccellente lavoro Forze dell’ordine
"Essere poliziotto in luoghi in cui la presenza della mafia si respira non deve essere facile e non c’è bisogno di grande fantasia per immaginarlo. - È quanto scrive Francesco Molinari, parlamentare di M5S - I pregiudizi che attira avere una divisa in luoghi fortemente disagiati sono atavici in Calabria, quasi come se quell’uomo in divisa fosse il diretto contraltare dello Stato - e delle sue assenze - in questa terra, che forse fa comodo sia difficile.
Troppi governi si sono succeduti dimenticandosi di chi serve fedelmente uno Stato che, più di una volta, ha contato cinicamente sulla dedizione e sullo spirito di sacrificio di questi uomini e di queste donne.
Sono stato per il M5S a Siderno su invito di questi cittadini in divisa non per aumentare la platea delle forze politiche interessate a loro - magari in determinate occasioni e a scadenze prestabilite - avendo a cuore solo il ridare dignità al vero senso della politica : quello di soddisfare le legittime esigenze di tutti i cittadini.
Le lamentele dei poliziotti sono drammaticamente sempre le stesse ma con alcune gravissime aggiunte. All’assenza di strumenti (sia normativi che tecnici) per la lotta quotidiana nella repressione dei reati, alla frustrazione che viene dalla vanificazione dei risultati raggiunti, alla triste normalità di un contesto che vede una complessivamente scarsa attenzione agli organici impiegati ed alla loro scarsità (nell'aumento dei compiti assegnati), si aggiunge il dramma comune a tanti altri cittadini di un popolo impoverito : quello di non riuscire ad arrivare a fine mese.
A Siderno trova sede un Commissariato di P.S. con circa 130 unità, un Reparto Prevenzione Crimine con 80 unità e, infine, un distaccamento della Polizia Stradale : si tratta di compagni caratterizzate da un elevato livello di professionalità, con riguardo agli importanti risultati conseguiti.
A Siderno, come in gran parte dei paesi a comprovata presenza mafiosa (calabresi e non), esistono dei beni confiscati alla mafia. Ora, mentre in C.da Lenzi, esiste un edificio acquisito dallo Stato con sentenza definitiva (con un iter abbastanza travagliato) che giace assolutamente inutilizzato, per i locali che ospitano questi reparti vengono spesi circa 300.000,00 euro annui in fitti.
Quello dell’impiego dei beni confiscati alle associazioni criminali, rappresenta un capitolo importante della concreta ed efficace repressione del fenomeno mafioso sotto diversi profili. Innanzitutto perché finalizza il lavoro dell’attività investigativa, dando un senso all'opera di chi è impegnato senza sosta nello sgominare il business lecito che emerge dai loschi traffici. In secondo luogo, perché dimostra la sconfitta del crimine di fronte alle istituzioni democratiche, sancita dalla perdita del “bottino”. Ma, soprattutto, dovrebbe consentire il reimpiego delle risorse che essi costituiscono in attività che restituiscano tendenzialmente - almeno per la parte economica - ciò che le organizzazioni criminali hanno sottratto alla società.
Il raggiungimento di tali obiettivi - ferma l’importanza dell’attività ad essi propedeutica - rappresenterà la prova provata del successo sulla criminalità organizzata. È importante, perciò, provvedere a un censimento dei beni sequestrati al fine del loro pronto impiego per fini sociali e la celerità nel fare ciò sarà decisiva per il conseguimento del fine ultimo della repressione mafiosa."