Lucà (CdD): “No alle trivellazioni”

Crotone Attualità
Salvatore Lucà

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Salvatore Lucà, presidente della Compagnia dei democratici, relativa alle trivellazioni.

Alla luce delle ultime notizie divulgate, volevo intervenire per porre all'attenzione delle Istituzioni, dei Partiti, dei Movimenti politici, delle Associazioni e dei Sindacati, oltre che naturalmente di tutti i nostri Concittadini, la situazione che si sta creando circa la questione estrattiva di metano (e probabilmente di petrolio) e sulle attività di trivellazioni in generale che, secondo il mio modestissimo parere, sono gestite senza controllo e, ormai cosa nota, senza alcun beneficio per le nostre popolazioni.

Che attività turistica o di pesca potremo avere, se relativamente alla tematica della estrazioni, non si avvia alcuna progettazione trasparente, competente e pubblica? Se si dovesse continuare su questa scia, si rischia solo di causare una pericolosa erosione costiera e chissà quali altri danni (ricordiamo ad esempio il terremoto di magnitudo 5 del mese di aprile scorso).

E su quanto sta accadendo il Ministro Guidi cosa fa? Al momento pare non molto. La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) rende noto che sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse (Buig) di giugno 2014 sono stati pubblicati il Decreto ministeriale 9 giugno 2014 relativo al permesso di ricerca “D.R. 74.-AP” della società Apennine Energy spa ed una nuova istanza di permesso di prospezione – la “d 3 F.P.-SC” - presentata dalla Società Schlumberger Italiana spa. Il decreto del ministro Guidi autorizza nuovamente l’Apennine Energy, già titolare dell’ istanza “d.150 D.R-.CS”, nonostante i pareri contrari e le opposizioni dei Comuni calabresi sui quali insiste l’area costiera a vocazione turistica, agricola ed ambientale con ecosistemi marini unici e di grande rilievo. L’area del permesso, estesa in un raggio di 63,13 Kmq, è immediatamente a ridosso della costa dei comuni di Trebisacce, Cassano allo Ionio, Rossano, Amendolara, Corigliano Calabro, Calopezzati, Villapiana, Albidona e Brosia Le deliberazioni di opposizione dei comuni dello Jonio – denuncia la Ola – sono state considerate "carta straccia".

In riferimento al terremoto di aprile scorso, la stessa OLA, ci rammenta, ove qualcuno l’avesse dimenticato, che la scossa è stata registrata proprio nell’area in cui i ricercatori del Cnr hanno individuato una mega frana marina che sta interessando, da millenni, il promontorio Lacinio. Ricorderei poi, solo come promemoria, la faglia registrata a Cirò Marina e i fenomeni di subsidenza che interessano da anni tutto il territorio crotonese.

Il Mar Jonio e le coste lucane, calabresi e pugliesi del Golfo di Taranto, secondo la OLA, devono diventare, secondo il Governo, un grande “colabrodo petrolifero” mentre l’entroterra un “hub energetico” con trivellazioni ovunque, persino nelle aree protette, considerate le istanze già presentate da numerose compagnie petrolifere alle quali il Ministero dello Sviluppo Economico attribuisce ruolo di centralità strategica per lo sviluppo mentre per tutte le nostre comunità del sud sono il colpo mortale al proprio futuro.

Bisogna fermarsi senza se e senza ma, perchè, se dovessimo continuare su questo percorso, col tempo, potremo solo portare i nostri territori ad una vera e propria catastrofe. Bene ha fatto, nei mesi scorsi, la Provincia a porre per esempio l'attenzione sulla faglia di Cirò Marina considerato che ad oggi non si comprende il vero motivo di questa alterazione geofisica. A suo tempo, durante la mia presenza in Regione, mi ero attivato e procurato, tramite la Protezione Civile, le risorse finanziarie per studiare e monitorare il fenomeno, ma ad oggi mi sembra che nessuno sappia compiutamente spiegarne le cause. E’ normale che con tutto quello che accade sulle coste del nostro mare, non so chi può veramente dire cosa accadrà. Abbiamo però tutti il dovere di salvaguardare il nostro territorio e le nostre vocazioni. Infatti, preso atto delle tante istanze che pervengono alle nostre istituzioni per effettuare altre trivellazioni e ricerche varie, sarebbe auspicabile un intervento parlamentare determinato ed incisivo almeno dei nostri eletti al Parlamento Europeo, Nazionale e alle Regioni interessate (Calabria, Lucania e Puglia). Non si può sottovalutare questa situazione che definirla preoccupante e confusa è poca cosa.

Personalmente, per l’attività associativa esercitata quotidianamente, auspico invece un turismo di qualità, un'agricoltura innovativa e di eccellenza ed in un artigianato artistico che affermi definitivamente il Made in Calabria nel mondo, con tanti ringraziamenti a tutte queste multinazionali delle estrazioni che guardano solo ed esclusivamente ai loro interessi aziendali e non certo alla subsidenza o ai fenomeni di smottamento del territorio a cui purtroppo siamo soggetti.

Se dovesse perdurare questo stato di silenzio assenso, così mi permetto di definirlo, tutti gli attori sociali dovranno organizzarsi per fermare questa aggressione al nostro territorio e alle nostre tradizioni. Sono situazioni serie che non possiamo sottacere. I nostri Concittadini devono sapere tutto e decidere nel miglior modo possibile, a prescindere delle appartenenze politiche e di parte.


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