Cavallaro (Cisal): “ Vibo sogna un sindaco per una città diversa”
"Il 2015 sarà l’anno del rinnovo, tra l’altro, del Consiglio Regionale della Calabria e del Consiglio Comunale di Vibo Valentia."Lo dichiara in una nota Franco Cavallaro della Cisal.
"Per quel che riguarda - prosegue il segretario - Palazzo “Luigi Razza”I partiti politici sono da tempo in fermento perché scalpitano tra le proprie fila aspiranti candidati a sindaco che, in ossequio alle più convenienti strategie politiche, non hanno, almeno per il momento, alcuna intenzione di pronunciarsi lasciando, come al solito, che siano altri a sbizzarrirsi sul toto nomine nella speranza che il loro nome venga gettonato al massimo. In sostanza chi cova questa speranza è alla ricerca di sponsor dentro e fuori il partito di appartenenza. Vibo Valentia in questa direzione ha bisogno di giocare una grande scommessa per fare uscire la popolazione dall’insopportabile degrado in cui è precipitata.
Ecco perché i cittadini incominciano a domandarsi, in piena coscienza, se diventa possibile, sulla scorta di quanto accaduto nella gestione dell’uscente amministrazione comunale, propiziare una svolta nella conduzione politico amministrativa di Vibo Valentia. Un obiettivo del resto imprescindibile visto i tanti disagi e le non poche difficoltà che hanno portato al fallimento totale dell’odierna Amministrazione attiva." Perchè diventa importante accertare che non sia ancora una volta solo e soltanto la classe politica a decidere chi candidare alla guida della città. I guasti di questi ultimi quattro anni ed il disorientamento della classe politica e dirigente che hanno finito col favorire l’apatia e l’indifferenza della popolazione di fronte alla pratica della cultura del disservizio confermano più che mai la necessità di coinvolgere direttamente anche le tante associazioni, le realtà emergenti e quanti sono in grado di offrire un significativo contributo nella scelta del candidato a sindaco. Basta con le scelte romane o regionali, con le segnalazioni di salotto e di lobby di potere. Contiamo, una volta per sempre, anche sul consenso dei cittadini per questa importante scelta.
Vibo Valentia ha la inderogabile necessità di affidarsi ad un sindaco capace di avviare una vera e propria inversione di tendenza nella gestione della cosa pubblica. Un sindaco manager che proietti la città nel panorama europeo, nelle attenzioni del governo centrale e regionale, delegando la gestione degli affari correnti. Un sindaco pronto a realizzare una squadra utile per affrontare e superare le problematiche odierne ma soprattutto competente nel progettare nuovi e avanzati percorsi per sviluppare politiche economiche e occupazionali. Un sindaco che vada oltre il sistema di pensare solo alla gestione quotidiana per rilanciare il ruolo e la funzione di Vibo Valentia sul territorio calabrese rendendo competitiva l’iniziativa politico amministrativa. In questo contesto non può che tornare determinante anche il coinvolgimento di esperti dell’Università per un progetto che rappresenti una nuova spinta avanzata per l’intera economia di Vibo Valentia e dintorni.
Siamo tra quanti meditano una concreta spallata al più improduttivo modo di amministrare la cosa pubblica, allontanando la politica delle spartizioni e delle più assurde clientele. Vibo Valentia sogna un sindaco per una città diversa. Il cittadino deve diventare protagonista delle scelte di tutti i giorni e può contare in questa legittima ambizione soltanto se verrà messo un coperchio alla politica degli affari, delle inconcludenze, delle incapacità, sposando un nuovo e avanzato metodo di stabilità e governabilità del Comune. Vibo Valentia ha bisogno di tornare ad essere la città degli anni ’70 con tutte le innovazioni che non possono non costituire il volano di un nuovo sistema produttivo ed occupazionale. La città deve riappropriarsi del suo ruolo di momento di crescita socio culturale e ambientale. Occorre abbattere - conclude Cavallaro - lo steccato che è sempre più evidente tra cittadini e Palazzo. Il ricorso all’immagine e all’operosità di un tempo non può che rappresentare la più legittima ambizione di una popolazione che sente forte l’utilità di rivisitare il suo modo di essere e di presentarsi anche all’occhio del cittadino più distratto."